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Francesco Falconetti
Le 202 poesie di Francesco Falconetti
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Seppure l’amore, sì l’amore!
potrebbe avere ottime ragioni per illuminare le stelle
- Ishtar non troverebbe su questo nulla da ridire -
ed il faro della luna potrebbe scandire
l’arco asintotico dei nostri battiti dipinti sul blu
io,
chiederei
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A volte il viaggio mi rinfranca le stanche ali:
ho respirato tante volte il sapore del sale
tra le onde profonde del Mediterraneo,
ne ho risalito le correnti verso Nord,
sono venuto a trovarti, tra le colline di Tissi
- tu mi stavi aspettando -
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Piovevano lacrime di ghiaccio
nell’aprile dell’ottantasette
e la timida primavera nascondeva le rondini
tramortite da quell’assurda persistenza (fatta di neve).
Era il tripudio delle strane circostanze, di noi
che neanche ci conoscevamo poi
che
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Il cuore suonava un valzer nella notte,
tre ninnananna udìi nel profondo dei suoi respiri.
La sinfonia delle
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Credevo d'impazzire
trafitto dal dolore.
Il caso e la ragione
mi soccorse,
su fogli dipinti
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| Non saprai mai padre
il mio destino,
figlio di tradite stelle
che falsamente illuminano il giorno
e che m'ispirano, oggi, a parlar di te,
ormai da lustri immobile nel tuo bianco sepolcro.
Non saprai mai padre
il dolore dei miei vent'anni
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| Come condanna, struggo le mie membra
alla ricerca di perduti istanti, d'emozioni.
E non v'è giorno, non v'è istante
che non ricordo,
nella rinnovata mia sorte,
che, come condanna,
son destinato a convivere
con la mia
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| Zina non conosceva il colore del mare,
coi suoi quindici anni ed una valigia vuota
s'incamminava scalza lungo la polverosa strada di paese che portava al mare.
Nessun amico, nessun perdono,
quegli occhi azzurri d'un azzurro mare
sconfitti e spenti
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| Mille bianche (canute) margherite,
di primavere estinte
riecheggia l’eco, d’improvviso, voce
così pacata, così serena
che in rare sere, insieme
ammansiva la notte di memorie,
morbide note
che cullavano il flebile tepore d’innocenza.
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| E mentre Bukowski mi racconta
dei suoi cavalli e delle sue puttane,
io affondo, in pantofole, sul divano
mentre il sole si tuffa (ad ovest) addormentato.
Così apro le forbici a punta arrotolata (non fanno male),
mento ai miei occhiali presbiti
e
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| E quando il ciclone
raggiungerà le stelle,
e la penultima goccia
di sangue
perirà sulla tua
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| Sono quelle finestre rivoltate sui muri
e l’abilità dei gatti ad annusare i respiri
nel rossoscuro di questo tramortito tramonto
- che ci lascia -
allo sguardo di noi, appeso alle nostre sillabe,
appiccicate come il lampo sul tuono.
Così ti
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| E’ come le nuvole e i colibrì:
sgranocchiano le ali sulle curve del sole,
poi ti sorridono al fischio del vento.
E, benché la fine della tempesta
tardi a venire, appendo gli abiti alla finestra,
guardo fuori e
anche la ginestra appare, ora,
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| Se la luce fosse stata polarizzata su piani diversi
ed il riflesso dei nostri sguardi
avesse avuto lunghezze d’ onda sul blu,
saremmo stati onda e conchiglia,
- tu delfino sulle chiglie del mare, io falco pellegrino -
felici
di misurare il
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| Si meraviglia il mare
quando il vento si fa culla
dei ventri, delle sue creste
Si meraviglia il mare,
quando veglia il riflesso delle stelle
che placide s’addormentano
nel blu
in quel lucidissimo respiro (di te)
che più non m’appartieni.
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| Può accadere che
il vento sappia di neve
e che le fate indossino mocassini a punta nera col tacco
e non viole e cappelli
Può accadere che
le radici degli alberi risalgano le rive dei fiumi,
che la pioggia ragioni sul pensiero kantiano delle
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Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Francesco Falconetti.
Indirizzo personale di Francesco Falconetti: francescofalconetti.scrivere.info
| Ci sono vari fiori (e vari tulipani) in questo giardino
- sono le increspature dello spazio- tempo che ci ha portato qui!-
Alcuni, tra questi, sono così sottili e fragili
che appaiono chimere
altri s’involano, come le api in fiore,
fameliche di
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| Ho rovistato nei solchi profondissimi delle tue dita,
ne ho ricavato incanti,
e tenui odori di rabarbaro,
fissati sulle pozzanghere
dei nostri visi
che, come allora,
esuli da noi,
fronteggiavano le tempeste.
Ed ora che
tutto, tutto è
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| Tra rami a mezz’altezza sugli ulivi
e muri a secco sull’eco delle allodole
frinivano i grilli strimpellanti sulle cortecce
quando i campi odoravano d’infanzia.
Era l’erba umida dei campi
che odorava d’aratro sul maggese
mentre le zolle saltavano
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| E’ la tua indifferenza
fatta di accenti sghembi
sugli spigoli acuti delle tue ciglia
che si modellano sul blu
- zigomi in controluce aperti-
mentre, fissa, osservi
il traslucente riverberio dell’amore
così evidente, ancora, adesso
da non
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| E quando l’estate s’invaghisce di te,
la roccia tenera sospira
nel nostro nido d’ombrelloni e mare,
mentre le tue curve disegnano linee d’ntersezioni
sulle onde col mio,
che così (stupito) accetto l’invito
e ci ritroviamo a cogliere fiori,
io a
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| Sono i nostri labili estuari
spazzati via dalle correnti
che vibrano rumoreggiando echi assopiti
di segmenti di respiri
- cosi tenui -
che il ronzio delle api assordano,
mentre ti guardo
con quelle tue fameliche rughe
che rigano le tue
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| È il crepitio dei protoni
sul corpo sul lettino che avanza,
attacca, ghermisce la
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| (Siamo) avanzi di stelle
su nuvole capovolte,
attimi di
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| Mentre i bambini s’inerpicano sui capezzoli della vita,
le radici degli alberi succhiano dalla loro madre
e le rondini tornano al loro nido in primavera
noi, a mezzasera, ci avviamo verso casa
malinconici e meravigliati già del ritorno,
mentre
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| Sono le impermanenze dei fiori,
i baci appassionati di gennaio
quando trovavo rifugio tra le tue cosce
in quella discesa d’asfalto
che ci portava a valle,
mentre il ritmo picchiettava i fanali
spenti dal pudore della vergogna
in quel vigneto
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| Disegno, con le spalle al muro
ed il grilletto puntato del fucile,
mentre immagino la riva,
l’ansa dei tuoi seni, l’amore a sorsi,
il pianto, il sorriso del figlio
che baratta le attenzioni,
le maledizioni delle frasi spezzate
che affiorano a
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| Non è rimasto che il fruscio
degli arti abbandonati sui sassi
sull’erba arresa ai tramonti,
mentre il vento
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| Come schegge scintillanti sulle cime dei sassi
proiettiamo luce,
di lune e tramonti,
accoccolata la notte nega l’amore
annegato tra le strade di New York,
così familiari, ormai
- Central Park oggi è neve -
Sulla quinta strada cortine di
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| Amava i ritorni,
perché gli addii sapevano di nuvole e pioggia
E quando le rondini si azzuffavano in cielo,
lei ne catapultava le scie
su sequenze di rossi e di blu,
tagliando le loro traiettorie
Poi, quando, il treno, finalmente, fischiava
e
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202 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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