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Nel cielo il leggiadro incontro
di colori e sfumature in tramonti
e robuste carovane di nubi
lungo i sentieri che incombevano...
spinti da venti e correnti in forza.
In questo rincorrersi di mattine e sere
c’era l’impronta e il suo sudore,
la forza e l’abnegazione di madre.
Si donna eri tu, mentre alla finestra
in calde sere di primavera
sferruzzavi decisa in armonia,
per una sciarpa e dei calzini
e mentre giravi quella polenta
al focolare, fra tramontane aggressive
e inverni bianchi di neve.
Quando vivandiera di famiglia
seminavi quei pizzicotti di fagioli caldi
su quelle panche ruvide e dure,
per quell’esercito di marmocchi
che divoravano il cibo più dei balocchi:
e per tutti o polenta o ribollita,
un cavolo, tre patate, noci o fichi secchi.
Anche lì donna eri al passo coi tempi
e scendevi nella stalla ad accudir il bestiame,
fra pressa, letame e segata,
poi mungevi le mucche e pure la capra,
quel latte caldo come panna gustoso
e solo una misera parte restava a casa
per quell’esercito di pargoli golosi:
il bidone grosso prendeva un’altra via.
Anche il campo ti voleva vedere in viso
e accovacciata con la falce o più impettita
con la frullana nel rituale della giornata,
portare il rame lungo i filari al marito
in quei giorni caldi e pieni di luce,
un’occhiata al capanno dei polli,
quel salto nell’orto e di nuovo al pezzo:
fra marmitte e tegami e pargoli a gattoni.
Storie di ieri quando l’ufficio e la cattedra
erano proprio tanto lontani e la moda
non aveva varcato la tua frontiera,
tu lì sempre pronta e ben disposta
fra rammendi di mutande e pantaloni. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
«Ricordo della donna di ieri, quando la vita era più cruda e il sole baciava il suo sudore in quel ripetersi di fatiche all’aria aperta. Ma il suo lavoro non finiva quando rincasava, gli impegni di cuoca e faccendiera e c’era la stalla e poi...
stirare e rammendare prima di andare a letto e al mattino riprendeva la musica.» |
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