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«Di solito, quando decido di dare a una mia poesia un titolo simile a quello di un suo verso, trasformo la sintassi poetica in una più prosastica. "Annebbia menti amore" sarebbe dovuto diventare "L’amore annebbia le menti", ma qualcosa mi diceva di evitare questa trasformazione. Solo dopo parecchio tempo mi sono ricordato di avere letto, alcuni anni fa, un libro di Eugenio Scalfari, "Scuote l’anima mia Eros" (ed. Einaudi, 2011) , titolo poetico (è la traduzione in italiano di un famoso verso di Saffo, come ci spiega l’autore) per un’opera in prosa. Mi sono poi ricordato anche che, all’Università, mi spiegarono che, in una frase, l’ultima parola assume sempre una rilevanza ed una forza maggiori delle altre (in un’ipotetica gara di bellezza, ad esempio, tra una "bella donna" e una "donna bella" sarebbe la seconda a vincere...) , per cui mi ritengo soddisfatto della mia scelta (volevo mettere in rilievo la forza dell’amore) . P . S . Sfogliando velocemente quello stesso libro di Scalfari, ho trovato una frase del noto poeta angloamericano del Novecento W . H . Auden ("Benedette tutte le leggi metriche che vietano risposte automatiche e ci costringono a riflettere liberandoci dalle pastoie dell’Io") che mi ha piuttosto sollevato da un dubbio che spesso nutro, cioè che le mie poesie siano scritte in un modo troppo antiquato...» |
Inserita il 05/01/2020 |
Annebbia menti amore, e le riduce
ad occuparsi solo di una cosa,
ad unica funzione le conduce,
a progetto di vita fascinosa.
Annebbiamenti in cui non più riluce
il raziocinio, facoltà radiosa,
provoca l’imperioso e estremo duce,
con dittatura sua tanto impetuosa.
Quanti doni però esso sa farci,
pur se effimeri e privi di realtà,
ma che a vita riescono a legarci!
Ci fa promesse d’immortalità,
in sogni eccelsi bene sa cullarci,
e ci trasmette grazia e la bontà! |
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Più che annebbiamenti, cecità! Saluti cari (Franca Merighi)
Raziocinio radioso (Giovanni Ghione)
Molto apprezzata! Raziocinio radioso. Complimenti! (Giovanni Ghione)
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