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L'ultimo raggio di sole raggiunge la mia finestra
con se porta il rosso degli aceri e il profumo dell'erba
la sua calda luce, serena, riscopre i mille segreti
di una stanza che sussurra di me
il rombo del disordine sovrasta il tutto
le mie emozioni giacciono ora qui, ora lì
alcune in piccole gabbie arrugginite
altre negli angoli bui
altre ancora scorrazzano libere per il soffitto
emettendo pazze grida di giubilo, di rabbia, d'amore
in ogni dove pile di libri letti con distrazione
mille nozioni acquisite quasi per caso,
sulla scrivania i libri di scuola troneggiano tronfi
sotto il letto, nascosti, i voli di fantasia
attendono di unirsi ai sogni
in un cassetto custodisco le poche esperienze di vita
come gioielli da sfoggiare nelle grandi occasioni
nella penombra intravedo strisciare la follia
impaziente di avvincermi nelle sue inebrianti spire
l'aspetto tranquillo, pregustando senza fretta
il momento in cui, ancora una volta,
cavalcheremo il destino
l'avventura, in forma di snello levriero
raspa guaendo sommessa alla porta chiusa
esausta mentre il sole lascia il posto alla luna
alla sua diafana luce la morte
nelle spoglie di una gitana cartomante
mi predice un imminente incontro
le sorrido, divertito la prendo per mano
cedo all'insana tentazione di volgermi indietro
a salutare il caos di una vita vissuta,
vacillo,
lì nell'angolo più buio risplende una flebile luce
palpitanti i ricordi di un tormentato amore
chiamano all'indugio, all'attesa
le fredde dita intorno al mio polso si fanno impazienti
con una lacrima ed una risata la mia corsa insegue la morte
con fremente tintinnio le catene del mio corpo cadono a terra
con un salto nel buio mi unisco all'oblio. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Malinconico autoritratto interiore? ... forse.» |
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