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Amico, versami un altro bicchiere.
Voglio restare dentro a questo momento di nostalgia
appeso sopra l’orizzonte del tempo,
di quel tempo che ho bevuto insieme a lei
nei bar alla periferia della vita,
tra canzoni corrose dal fumo
e slogan urlati tra i denti.
Estremisti ci chiamavano,
ma eskimo e capelli lunghi non bastavano,
nemmeno un padre partigiano era sufficiente
per tingere di rosso lo specchio della coscienza.
Molto di più pretendeva la vita.
Ogni notte attingevamo dal pozzo
un secchio di luna
per ascoltare il jukebox di Ginsberg,
per perderci nel disincanto di Neruda
e poi entrare nella cella di Nazim.
Sì, versami ancora un altro po’ di luna,
ho bisogno dell’acqua della sua placenta
per sventolare la mia bandiera
e bagnarmi con l’ultima pioggia di maggio,
quella immaginata al potere.
Allora viaggiavo senza bagaglio
e non avevo nessun portafortuna sulla fronte.
La cenere di dolori bruciati mi riempiva le tasche
e ogni notte, di nascosto dalla tristezza,
la svuotavo dentro sacchi di solitudine.
Per fortuna lei stringeva a pugno la mia mano,
e allora il corteo si accendeva di gioia
e noi sembravamo due piccoli eroi
usciti da una canzone di Guccini.
Per lei avrei scritto anche poesie d’amore,
ma le strade erano già colme di poeti tutti uguali
e poi il tempo correva davanti a noi
lasciandoci senza fiato,
con quel pezzo di sogno sempre da finire.
Abbiamo svuotato le notti da tutto il loro buio,
abbiamo chiuso il mondo fuori,
abbiamo fatto l’amore sempre per la prima volta,
fino a quando Puttana Morte l’ha trovata
con le sue unghie di terra, col suo sorriso di rivincita.
Amico, ancora un altro po’ di luna, ne ho bisogno.
Oggi ho contato gli anni,
ho pesato il desiderio della sua tenerezza
e avrei voglia di correre insieme a lei
per provare ancora una volta a cambiare
questo mondo infame e deforme
e poi alle tre di mattina, con i gomiti sul davanzale,
con gli occhi persi in una poesia
bere,
bere come sempre,
il nostro primo bicchiere di luna. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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