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Nella sera ormai buia
cade ancora la pioggia
e lei, al caminetto assisa
con le gambe allargate
dalle fiamme lambite
si sollazza annoiata
attizzando un legnetto
un po distratta e mogia:
e nel mentre il marito
torna a casa contrito.
Mi dispiace tesoro
se neppure quest’oggi
ho trovato lavoro:
servirebbero appoggi
e propizia fortuna
per un po’ di decoro.
Mi addolora mio caro
che non trovi lavoro
e non puoi guadagnare
per comprar da mangiare:
così, pure stasera
senza il pasto sperato
si continua la dieta:
dice lei con candore
mentre il forte languore
è da poco tornato.
Non ti prendere pena
lui risponde amoroso:
come tutte le sere
salteremo la cena:
cercheremo nel letto
le carezze ed i baci
che ci danno calore
poi facciamo l’amore.
Alla sera seguente
non cambiavan le cose:
lei, vicina al camino
che le manda calore
sulle cosce arrossate:
d’improvviso arrivato
lo sfigato marito
chiede alquanto contrito
cosa fai mia diletta?
lei risponde incurante
senza gioia né pena
sto scaldando la cena.
Qualche giorno è passato
ma un lavoro il marito
non l’ha ancora trovato:
oramai si è stancata
e le torna alla mente
la virtuosa scenetta
che la notte passata
con diletto ha sognato.
Lei si sente umiliata
ma si vede costretta
perché un corpo affamato
non capisce più niente:
si concede sgomenta
per un po’ di denaro
poi s’inventa una scusa
con l’astuzia di un baro
sperando che il marito
ne resti sempre ignaro.
Di tutto ha cucinato
nel rovente camino:
le bistecche di manzo
e il rouleau di tacchino
e ha comprato del vino
invecchiato in trentino.
E’ imbandita la mensa
in attesa che arrivi
il consorte, tradito:
e ogni tanto ripensa
all’onore perduto
per il lauto spuntino:
mentre allarga le gambe
nel rovente camino.
Quando sente la chiave nella toppa
la fantasia, fila col vento in poppa
è calma, e si appresta alla finzione
sperando che il marito non l’accoppa:
resta esitante, in cerca di sortita
aspettando ciò che lui propone:
ma spontanea scaturisce la battuta
dopo una breve esitazione
e dice con voce sbarazzina
ho vinto al gratta e vinci stamattina.
A prima vista, lui non si scompone
e si adegua al gioco di scopone:
poi dice, imitando il buontempone
e ingoiando il rospo nel groppone:
alle fiamme non star troppo vicina
potrebbero bruciare la schedina. | |
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