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La Luna pallida
flava non splende...
ma attende:
la Notte, il buio,
attende
il suo cuscino,
le sue dormienti ore,
il suo fascino insonne...
attende
la Pasqua lontana.
Non splende!
Non splende sopra
i nidi bianchi,
sopra gli stanchi
cipressi, sopra
i cantici allegri
dei rondoni, sopra
i negri sguardi
della Notte selvaggia.
Non splende sugli occhi
delle civette,
sui monti eterni,
sopra le vette,
sopra gli scogli
del mare. Non splende
sui Sogni antichi,
ben riposati
ma possenti ancora,
sui fiori appena nati,
sull’erbe mediche,
sui cani
che le assaggiano abbaiando
lamenti.
Non splende quando
scende la piova
leggera... leggera,
onda dell’alba,
sulla rugiada,
sulla sera che piange...
che piange di palpiti
tremuli... bui.
Non splende sui gelsi
bianchi di lei,
sui fiori rossi,
sulle mie viole,
sopra il Tramonto
del Sole, sulle
parole nascoste,
tacenti... sui sussurri
delle Anime notturne,
sopra le nebbie
delle Villi, sopra
i segreti dei crani
insepolti, dormienti,
sui vergini serti
dei venti soffianti...
Non splende. La Luna
non splende... Non parla.
E si nasconde.
Nasconde i suoi occhi
coperti di fuoco,
i tocchi ansanti
dei suoi baci profondi,
i vagabondi
capelli, le flave
trecce. Nasconde
i suoi sospiri
traditi, i suoi freddi
cieli, il suo labbro
corvino,
il mio Destino,
la sua ombra che tace
di tanto silenzio
mortale.
Nasconde il saluto
a questo piccolo
mondo perduto, a questi
pianti di culle,
a questo eterno
dolore avìto
di vecchie Nascite,
di Morti nuove...
di rapimenti muti,
di nozze promiscue.
Si nasconde. Non splende!
Nasconde da Dio
le chiesette vüote,
le sue Gargolle,
i suoi Demòni che urlano,
le sue canzoni,
il suo bel seno
che adesca i peccati
segreti del Sole.
La Luna non splende
su questo giorno
plumbeo, scialbo... sì pallido,
pallente di Primavera,
sopra gli stagni
ancora ghiacciati,
sopra gli iris
che nascono belli,
cullati da Morte,
sulle vïole ignude
che dormono
per non svegliarsi,
per non gridare
la loro Sorte.
Non splende sulle
rose di neve
disciolta nel fango,
sul nembo greve,
su questo campo,
su queste stoppie
dove le coppie
nascono figli...
sulla camporella
oscena.
Non splende sui gigli
piegati dal sonno,
addormentati
come le bare
del cimitero,
come la requie
che segue il tuono
nella Tempesta.
Non splende nel suono
dei Trovatori,
sulle gare eterne
delle Romanze,
delle farandole
d’Amore. Non parla.
La Luna non parla.
Non parla ai bei veroni,
alle fronde del vischio,
all’insonnia del vento.
Non parla al fischio
del Temporale,
ai lampi falbi,
ai scialbi avelli,
alle ghirlande
dei Bardi che gemono,
che temono
le guerre,
la fame... i cupi
sentieri montani...
Non parla alle vipere, ai lupi,
ai castelli lontani.
Non parla alle torri
delle campane,
alle pianure
delle battaglie,
alle radure
dei pipistrelli,
a questi imbelli
Sogni di femmina,
a questa nube
che la nasconde,
all’errabonde
gioie di un pube
partoriente,
ai maledetti
versi di un Rapsodo,
a un cieco Aedo
che canta Omero,
che canta il gleso
dei bei capelli
della spartana
donna di Ilio,
della profana
prua d’Odisseo,
prua d’Enea...
tace all’augusta
prole di Dea.
Non splende. La Luna
non splende sui miei occhi
bagnati di pianto,
sopra il mio canto,
sopra i miei Sogni
che si ripetono,
sui miei ricordi,
sui Fati sordi
della mia Vita.
Non splende sui miei pensieri
irrequïeti,
sulle mie ansie taciute,
sui miei tormenti,
sulle mie labbra mute,
sul mio Spirito inquieto.
Non splende su questa
eterna sofferenza,
sulla Coscienza
d’un cuor instabile,
sulle mie guance,
sopra i miei schiaffi
di tanta sfida,
sopra le grida
del mio dolor.
Ahimè! La Luna pallida
flava non splende.
Perché non splendi,
oh Luna? | |
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