Se i soffi, le onde, le bufere di parole
possono essere confusi per semplici suoni
assordante è ciò che oggi proponi,
questo silenzio attonito, sconvolgente
pieno di tutte le contemporanee lacerazioni,
un replay, che passa come immagine fugace
che, seduta sul molo, la gente
percepisce ma non sa spiegar da incapace.

E ti ritrovi solo dopo a pregare
per chi avrebbe voluto vivere il futuro
ed ha attraversato ed oltrepassa il mare
per fare approdare i figli in un porto sicuro.

Cosi ti rode il cuore
a vedere tanti corpi galleggiare
con il viso scomposto rivolto al cielo
mentre sul rivo la nostra coscienza urla:
“Ma io, caino, quando successe, dov’ero?”