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Così presto la neve si scioglie nel cuor del mio inverno;
e il Sole risplende su queste spettral galaverne
di freddo marmo...
e il Sole si propaga morente... soffrente nell’alba
da ramo in ramo spoglio... e viene il meriggio... E il Sole
tramonta e muore.
Allora canto le orme dell’ale affamate su’ il manto
de’ campi, dacché ritorna la fame de’ i passeri
or moribondi.
Ancora è inverno; e tace la steppa vicina che immerge
la Lomellina tutta. - E tace la sera ferina
nel cielo buio.
Ancora m’è d’uopo cantar le canzoni a’ i furiosi
Elementi profani di questa angosciosa bufera
di finta neve;
e la Natura dorme, - e sembra morir per i prati
selvaggi che incolti ne son rimasti dall’ultima
patita Estate...
e questo andar di stormi, - e questo cader di ghiacciati
cristalli, e questa piova... - oh voi... voi, fermate, agili ombre
del Sole mio!
Fermate questi miei attimi bugiardi, mendaci... crudeli...
il verno mio atroce, le Notti che vengon veloci,
la Luna e i Sogni!
Fermate nel mio labbro - il docile, barbaro gusto
del melograno amaro, fecondo a mentite chimere
d’ore notturne!
Fermate la Gioia che fugge, che scappa lontana...
che bacia gli orizzonti che sacri all’Ignoto, al Mistero
presto son bui!... e
fermate questa neve che cade - e il Sole che adesso la scioglie! | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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