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♦ Adriana Bellanca | |
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Dicembre 2024 |
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Non puoi restare in superficie
se pretendi i segreti
degli anfratti e dei nascondigli.
Devi scendere nella bocca rovente
degli inferi e danzare con i demoni.
E scavare nelle viscere
fino a insanguinarti le mani.
Rovistare nel buio a caccia
di una pagliuzza d’oro
o di un raggio di luce residua
a costo di ferirti gli occhi.
Magari con un filo di fuoco.
Puoi solo affondare
perché una caduta non è un volo.
Non ascendi al cielo nel conoscerti.
O almeno non per il tempo del viaggio.
Le tenebre sono cortine d’illusione,
sipari oscuri su interpretazioni d’anima.
Devi entrare nelle tue allucinazioni.
Viverle. Dissipare il fumo delle paure.
Affrontare lo specchio.
Farti devastare da un momento
di piena solitudine
e lasciarti scuotere dal brivido
di una febbre ignota.
Bramare alla cima
intrappolato alla radice.
Devi sentire la morte abitarti,
renderti inerte, un essere rarefatto.
E poi l’oscura resurrezione
nel cuore freddo di un incubo.
Devi sudare e gelare,
piangere e urlare, infine ridere
come un pazzo scampato
al proprio orrore.
Ma prima devi lasciarti incarcerare
dalla tua colpa.
Neonata o remota.
Allora inizia la libertà,
quando scovi le ali dimenticate
da un angelo ribelle.
E te ne impossessi.
Poi lo guardi in faccia
e gli trovi il tuo volto addosso,
una smorfia di dolore
sciolta in un sorriso innocente.
E le tue stesse iridi scure
sotto le ciglia nere.
Segni sul petto nudo.
E sei proprio tu, fantasma
che piano si smaterializza,
saturo dell’umano caos. |
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Sabyr |
10/11/2018 18:21| 643 |
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