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Mi pari desulata chista casa,
mò quandu trasu, non c’è chiù nudu.
Mi pari ca viu a mama chi mi vasa,
è m’accorgiu ca sugnu sulu.
A viu a mama chi nesci da cucina,
c’à testa griggia e c’ù faddali.
Chi mani ancòra ianchi di farina,
venisti, dicia cuntenta, benumali.
N’tà sala c’è a poltrona d’ù papà,
a forma soi, affossata c’è ancora,
vicinu a idu m’assettavu n’tò sofà,
parràvamu du tempu, ch’era fora.
Ricordu quandu a Natali, tutta notti,
a casa era china, di figghi chi gridati
subba i letti era chinu di cappotti,
mamma, io mi ricordo tutti quanti.
M’assettu nu pocu subb’asta seggia,
addùvi s’assettava a mamma mia,
da spadera viu papà chi s’appoggia
cuntentu, guardava a tutti e s’arridia.
A menza notti u bambinedu si vasava
tu scendi dalle stelle cantàvamu
d’all’occhi dà mamma, lacrima calava
felici e cuntenti n’dà brazzàvamu.
N’tà stà casa di festi nudu chiù ci penza,
su chini di fotografie i vitri di stà cridenza.
n’tà chista sugn’io quandu n’annu avia
e mama giuvaneda, m’brazza mi tenia.
I passi che fazzu ribumbanu vacanti
tutti sugnu dà, pari ca guardanu a mia,
i lacrimi n’tà l’occhi, si mentinu d’avanti
min di vaiu mamma, e penzu sempi a tia.
TRADUZIONE
Tanto desolata questa casa,
adesso quando entro non c’è nessuno
pare di vedere mamma che mi bacia,
sono solo ma, li vedo ad’uno ad’uno.
Pare di vedere mamma li in cucina,
i capelli grigi e il grembiule
con le mani sporchi di farina,
mi dice: sei venuto menomale.
Entro in sala e vedo la poltrona di papà,
l’impronta del suo corpo c’è ancora
mi siedo li vicino sul sofà,
si parla di politica l’ultima ora.
Ricordo che a Natale e altri notti,
in sala piena di noi e di bambini urlanti,
sopra i letti posavamo borse e cappotti
mamma, io li ricordo tutti quanti.
Mi siedo un poco sopra questa sedia,
dove mamma mia si sedeva
sulla spalliera, la mano di papà s’appoggiava
era felice di vederci tutti così rideva.
E quando a mezzanotte il bambino nasceva,
tu scendi dalle stelle, tutti si cantava,
dagli occhi di mamma una lacrima scendeva,
felice e contenta a tutti ci baciava.
In questa casa di feste non se ne fanno,
le foto di noi tutti attaccati alla vetrina
In questa scolorita ci sono io avevo un anno,
in braccio a mamma mia, pareva bambina.
Cammino per la casa i miei passi rimbombano,
li vedo, sono tutti li che guardano me,
ho le lacrime negli occhi e non li vedo bene,
Vado via mamma, un giorno sarò li con tè |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«CASA DI MAMMA (dialetto calabrese)» |
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