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Tra le nebbie procede lento. Lento
cammina. E va... e bestemmia; è Notte fonda.
Non è sibilo del gelido vento.
Non è la volpe che erra vagabonda.
Bave funeree gli scèndon dal mento,
e nell’onde di un stagno ora si affonda.
Non è lo stral del Sole che s’è spento.
Non è la piova che cade e vi abbonda.
Esce dall’acque quest’ombra; al momento
di putrida onda di ninfee si gronda.
Sembra danzare in un bel torneamento,
saltar di salti oscuri in sponda in sponda.
Lagne crudeli ei urla a cento e a cento,
e in mano tien ghirlanda fremebonda.
Non vedi che sen gìa intorno? è il tormento
di un’Anima perduta e furibonda.
Così vi dico e su di voi m’avvento:
piangete! è l’ombra insepolta; e la ronda
tosto v’aggira d’ogni suo lamento,
di sotto il fuoco della Luna bionda.
Grida! Nel spàsimo, eterno è il dolore,
della Vita illusioni, e d’ogni annata
la ripetuta speme è menzognera.
Grida! Si vendica in suo tenebrore
dell’empia Morte che l’ombra ha inoltrata
nella palude demoniaca e fiera.
Effigi infami di credulo cuore!...
Lasciate a’ Morti la pace bramata!
Lasciate a’ Vivi una dolce preghiera!...
Oh Sogni estinti di squartato Amore,
spenti nel letto della tomba amata!
Oh sì profondi amici della sera!
Lasciate a’ Morti il volto del Signore,
e i vermi sulla sembianza velata...
lasciate un lume di tremula cera!
Ma, Uomini! Udite, oh schiera!
Danzate pure i bei Sogni tranquilli...
sognate, se volete, ed Elfi e Villi! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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