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Potča fermārsi un āttimo soltanto,
la Luna... la Gioia a sentire il mio canto.
Potča parlār de i serotėn suoi fiori
a i miei dolori.
Potča parlārmi, e dirmi dellAutunno,
che sotto il suo occhio io sembro un bruto... un Unno;
che de i Poeti non le importa niente,
che son guasto di mente...
che de i bardi dassčn ne sente noia,
che sol per me č dolōr, per altri Gioia,
che quel che penso son nenie da pazzo...
"Pesca dal mazzo!".
Il Chevalier Accroupė tha dato un Nulla...
non questa Luna, ridente fanciulla!
Lāsciala stare! Sčrbala in cičl nero
ad altro bardo altčro!
Potča baciār un istante di puro
senso platōnico; e dėr alloscuro:
"Splendo nel Sogno per te, nel ver, per altri!".
Io avrei corso a suoi spalti!
Alla guerra! Alla guerra! č dolce andare
alla sconfitta certa... naufragare
nellavversitā pių empia del Destino,
pųngersi col suo spino!
Son Cavaličr, Počta e Trovatore,
mč prima legge quella dellonore.
Non vo rubārti, Gioia, non sono ardito,
non son nemmčn bandito.
Potča degnārsi la mia Gioia, la Luna,
vōlgermi un guardo di buona ventura,
dirmi: "So tutto, che al vespro mi chiami!".
Ma quai velami!
Gai a questo cuōr il Fato avventa Sogni...
Poeta taci! ché poi ti vergogni!
Lascia la Luna fuggėr nel mattino,
ma sfida il tuo Destino!
Alfėn non resta la Luna nel cielo,
fugge... fugge via, coverta dun velo.
E di lei mi rimane quel che fu,
un lamento dhaikų! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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Ammirato bellissima composizione My Like (Francesco Rossi)
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