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No!... non può èssere un solo, un crudo, istrione,
un bugiardo crudele Sogno! un’ombra
di pena e d’ira, e di illusi Tramonti;
o una tortura... impietosa e fatale,
un Demòne che m’àgita menzogne
dagli Spettri dell’Ade...
non può èssere che queste spemi amiche
siano illusioni d’un cuòr visionario
lasciato vìttima e preda dal Cielo,
preda innocente e immeritata e dèbile
degli inganni malvagi dell’Inferno,
e del dolòr...
Non può èssere che la Gioia dell’Elìsio
sia breve come un’ala di crisèlide,
come la nebbiolina ambrata e d’oro
del Crepùscolo oscuro...
che s’allontani da me e vaghi altrove,
che fugga a’ la mia brama di vedèrla,
che nella Notte in cui la cerco e chiamo
rimanga solo la Luna... la Luna
e la Notte medesma...
il vespro orrìbile...
che tutto muoia...
E canti, e odi e canzoni e Desideri,
la viva foga con cui ho scritto e pianto,
e Sogni, e attese e precipitose alte
parole... è così presto che tramòntano?...
così presto svanìscono?...
Miseràbile... urlàte!... Miseràbile,
gridàtemi voi, oh amici, oh Angioli... oh Dio...
miseràbile tu che credi a’ i Sogni,
che ascolti i voti tetri orditi un giorno
da irridente Demonio a farti piàngere,
dolère e lagrimare!...
No!... non può èssere un solo, orrendo Sogno,
che la compagna mia debba dunque èssere
soltanto questa carta,
chiusa in due strofe e mille versi antichi,
o lèttera d’Amore o Poesia!...
Ma vegliate voi, almento, sul riposo
della mia Gioia, oh miei amici...
vegliàtela... vegliàtela e poi dìtemi
che mi sorride ancora! |
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