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Scioglie la Luna i suoi strali, i suoi fùlmini
di fuoco, le sue fiamme di iri, d’un vagante e
roseo labbro di tièpido, e longevo
Tramonto; scioglie il suo volto nascosto,
il suo sorriso di Notti frementi...
oh Notti... Notti, care a me Poeta,
oh Notti crude! scioglie
il suo aspetto gentile, la sua guancia
di Sere inquiete,
oh guancia impallidita e cara e bella,
lievemente arrossata dal venìr
del Crepùscolo; scioglie i suoi capèi
di bruno cielo, di trèmulo ardore
dell’universo, le sue trecce aulenti,
scioglie il suo cuore a dirotto, i suoi fàscini
degni di Desiderio...
di èssere desiderati da me,
di èssere qui ghermiti da alti Sogni,
di Sogni amati;
scioglie se stessa,
e così qui mi appare...
mi appare dolce, e bella e lieta; appare...
silenzio! Scioglie il suo ridente sguardo,
e soffro... soffro nel suo abbraccio; scioglie
i suoi argenti che splèndono,
le sue chimere,
i miei Sogni dementi...
e ride... e ride, e mi guarda. Silenzio!
E allòr mi perdo... mi perdo alla sua ombra,
mi perdo al suo riflesso ustorio e ardente,
a’ i suoi capèi che scèndono all’Arbogna,
al madòr della sua Notte di piena;
a’ i suoi capèi che si spècchiano ancora
nel gèlido torrente, nelle sue acque,
in sue correnti che vanno lontano;
mi perdo nei suoi bei occhi,
in sue quiete pupille, nel suo volto
che incanta e che dà Gioia;
mi perdo... mi perdo, confuso e ansimante,
silenzio! Scioglie
la Luna le sue foglie eteree fatte
di mirto, ordite di rose, e ambrate; scioglie
il suo gleso lucente e prelibato
e ambito, i suoi cullati fiori d’oro,
scioglie il suo cuòr. Silenzio!
Silenzio! A questa Dea fa’ il tuo silenzio,
oh cuore! Sciogli in tàcito riposo
i tuoi Sogni soffrenti,
sciogli nell’alba nuova questi brìvidi,
questi trèmiti, che ùrlano nell’àttimo
di questo chiaro di Luna, di Donna,
sciogli!... Silenzio!
La Luna ora ti guarda, ora t’allùmina,
ti parla con il guardo di chi forse
ha timidezza di baciarti, o dirti
il suo diniego, onde di maledirti...
ti guarda muta; e scioglie... scioglie il suo
splendore, i suoi fuocherelli cerùlei,
scioglie l’istante di starmi dinnanzi,
il suo ignoto desìo d’incògnita ombra,
il suo Mistero.
E tutto quel che schiocca dal mio labbro
è soltanto un saluto! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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