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Si son perse ragione, umanità e sentimenti
quando l’appartenenza ad un’etnia
diviene il discrimine per fomentare l’odio razziale
che ispira certi“censimenti”.
Ma come finisca la triste conta,
l’ignobile schedatura,
in perenne monito lo ricorda la Storia
che della Verità non ha paura.
S’inizia con gli elenchi e la lista di proscrizione nera
e si finisce alle porte di un lager
con l’aguzzina ferocia della viltà nazifascista vera
tra il fumo dei crematori
come il raccordo ferroviario di Auschwitz
lugubre e silente
infero testimone
ad imperitura Memoria racconta. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Si parla in questi giorni di censimento dei campi Rom.
Il precedente censimento etnico venne ordinato dal governo fascista nel 1938. Portò alla discriminazione dei cittadini "di razza ebraica" e, subito dopo, alla promulgazione delle leggi razziali. Si iniziò con la schedatura e si finì con i convogli piombati diretti verso Auschwitz...
Come scriveva Primo Levi, passano gli anni ma la malapianta dei neofascismi può sempre ricrescere e seminare odio e distruzione. Per non dimenticare. Per non oltraggiare la Costituzione Repubblicana e l’articolo 3.» |
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Grazie, Marina! Da brividi queste parole. (Lara)
Marina condivido e apprezzo la tua poesia. (Augusto Cervo)
Una poesia che ti fa veramente onore. Bella! (numerouno)
Abbiamo bisogno di queste testimonianze! (numerouno)
Marina, ad imperitura memoria (Paola Riccio)
che la tua poesia sia un monito per chi legge (Paola Riccio)
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