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Di solito, stanno sempre in branco
perché sono vigliacchi di natura
come codardi, dall’ardire stanco:
da soli si sentono a disagio
perché son vili e non hanno la cultura
di ciò che può essere il coraggio:
il capobranco che non ha giudizio
spalleggiato dai suoi sostenitori
alla tortura morale dà l’inizio
dopo aver preso ben di mira
il capro espiatorio, ancor novizio:
esordisce, con pretestuosa sottigliezza
a punzecchiare senza pregiudizio
quel modello di garbo e gentilezza
ma che natura con poca avvedutezza
aveva privato di scaltrezza.
Non danno tregua i viscidi aggressori
fin quando la preda non è vinta
in gruppo, son forti di vigliaccheria
da soli, non han coraggio e non han grinta
e se la fanno sotto, nella biancheria
non appena ricevono una spinta
o una parola, intrisa di energia:
la loro verve viene come estinta
e il sangue somiglia a un fondo tinta
sfiorando quasi l’agonia.
Ma in gruppo è diversa la faccenda
per ogni stupido scherno del capoccia
ridono a crepapelle i suoi seguaci:
non bastan le parole sconce
ma presto si arriva pure ai fatti
e umettando un dito sulla bava
lo stampano sul viso del ragazzo
che diventando rosso come lava
si sente maneggiato da pupazzo
livido di vergogna e di terrore:
ma non finisce qui il dileggio
che intimorisce chi non ha coraggio.
Uno dei componenti della cricca
dimostrandosi giusto da pacchiano
fa una giravolta su se stesso
e arriva a toccargli il deretano:
il giovinetto non è più connesso
vorrebbe scappar via tanto lontano
ma si sente umiliato e più depresso
e una lacrima scende piano piano:
colto da una flebile sfuriata
tenta una difesa con le mani
ma un codardo gli strattona il petto
e un altro gli piazza lo sgambetto.
Quanti adolescenti son periti
non sopportando più certi misfatti
e nell’intimo vengono trafitti:
per lungo tempo sono stati zitti
e han paura di non essere capiti:
i genitori sarebbero sortiti
dando sostegno forte ai loro amati:
ma un giovinetto resterà umiliato
per la millanteria subita
e la vergogna lo esorta a stare zitto
fin quando gli scoppia il cuore in petto
ma non vuol compromettere i suoi cari.
Un giorno troverete chi ha le palle
brutti scarafaggi da strapazzo
vorrei trovarmi li giusto alle spalle
e dimostrarvi quanto io m’incazzo:
a brandelli vi strapperei la pelle
fino a venirvi le ferite gialle
vi schiaccerei le cicche sulle ascelle
per bruciare il vostro istinto folle
vi spalmerei del succo di cipolle
per sentirvi gridare come oppressi
e quando avrete tutto il corpo a bolle
vi dirò di non romper più le balle
pur se si tratti di un codardo imbelle:
Ora mi avete proprio rotto il "mazzo"
vi spaccherei il C... e le mascelle
ma forse, è proprio meglio che vi ammazzo. | |
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