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Forte ululava il vento
non per stimolare la tormenta
che già presagiva la sconfitta
ma perché da sè si rese conto
che quello sventato appuntamento
era un insopportabile tormento
e lo scaltro e giudizioso vento
si rese subito conto
spiando in incognito ogni tanto
quando gli coglieva titubanti
che quella passione evanescente
a lui, non era affatto gradita
e a malapena sopportava il fatto
che quell’amore incostante
inefficace, inutile e insensato
distruggesse in modo dissennato
i due cuori inesperti
col meditato progetto.
E sbatteva infuriato
su ogni impedimento che incontrava:
ma non fu solo il vento
a fare una scenata di protesta
e visto l’andamento e imbestialite
si misero in combutta anche le nubi
occludendo il firmamento tutto
affinché ingannevoli eventi
non raggirassero i giovani imprudenti
e si unirono insieme gli elementi
sprigionando minacce turbolenti
per non lasciare spazio ai penitenti
di ostinarsi, sull’avventato rapporto
che non portava proprio a lieto fine
e fischiava misterioso e sibillino
cercando di risvegliar l’udito
a chi conduceva in modo inavveduto
un’agonia senza via d’uscita.
Nuvole e vento si misero d’accordo
pur con la sinuosa mezza luna
che in quel preciso frangente
la gobba, avea rivolta a ponente
segno che la grandezza era crescente:
l’accordo fu che il vento
soffiasse forte più di prima
disturbando ogni picccola sortita
ai debutanti, messi male in rima
accettando l’equanime sconfitta.
Strizzarono l’occhio e in un momento
fecero altrettanto nubi e luna
le prime, mandando gelido nevischio
da far rabbrividir lo stesso gelo:
la luna trovava spazio a sprazzi
e spiava tra l’una e l’altra nube
e non vide mai più nelle panchine
i due, che iniziavan la disputa
si affacciava ogni tanto fra le nubi
e sorrideva alquanto compiaciuta. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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