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| Quale dolore albergava nel tuo petto
poeta e musico valente Orfeo,
tu che di Calliope eri figlio
e di lei avevi voce ed intelletto.
S’acquietavan le feroci belve
nell’udire il melodioso suono
della tua lira dono del dio Apollo
e frutto degli insegnamenti delle Muse.
Gli uccelli si fermavano sui rami
unendo il loro canto al tuo
e le Sirene languide e ammaliatrici
restavan folgorate dalle melodie.
Solo un tuo gesto, solo un tuo verso
cantato insieme alle note della lira
e ogni fanciulla ai tuoi piedi avresti avuto,
ogni creatura si sarebbe inchinata al tuo desìo.
Ma il tuo cuore non batteva che per lei,
i tuoi occhi non vedevano che lei,
Euridice, figlia di Nereo e Doride
fanciulla bella più del sole e della luna.
Euridice per poco tempo fu tua sposa;
Aristeo accecato fu dalla passione,
e correva Euridice, ma un serpente tra le erbe
mise fine alla sua giovane esistenza.
Dolore e pianto bagnaron la tua lira
e scendesti all’Ade per riportarla in vita;
piangevan con te le anime dannate
e Caronte, e Cerbero e le Erinni tutte.
Omnia vincit amor, ed Euridice strinse la tua mano
e si incamminò con te verso la vita e il sole,
ma tu non voltarti Orfeo, non guardarla,
o lei ritornerà tra le braccia di Caronte.
Ma da troppo tempo non vedevi il suo bel volto,
così forte era il desìo di rimirarlo
che voltasti il capo verso lei
e lei scomparve per sempre alla tua vista.
Canta Orfeo, canta di lei e della sua bellezza,
canta di quanto è doloroso dirsi addio,
canta di come non si può resistere al voltarsi,
di come batteva forte il cuore nello stringer la sua mano.
Troppi uomini oggi chiudon le mani a pugno
per colpire volti di donne tumefatti e gonfi,
troppi uomini accecati da demoni invisibili
metton fine a vite di donne senza colpe,
troppi uomini violano corpi come involucri
senza più difese forze e anima,
troppi uomini si arrogano il diritto
di decidere vita e morte delle donne.
Ma tu canta, Orfeo, canta e non fermarti mai,
canta affinché giunga il canto disperato
di donne violentate, oltraggiate e sfigurate
lassù dove esiste solo canto, pace e amore.
Vorrei avere la tua lira per cantare come te,
ma ho solo una chitarra e non so se basterà. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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