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Questa è una poesia erotica: se può turbare la tua sensibilita o se non hai più di 18 anni dovresti evitare di leggerla.
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Chiusa nella mia camera
rimembro di te,
delle nostre felici giornate d’inverno trascorse insieme
Scende giù pigra e molesta la pioggia,
che colma di sofferenza la mia anima che si prostra
ed esausto e grave il mio corpo ne segue il ritmo.
Come vorrei toccarti ancora,
Abbandonarmi tra le tue forti braccia
e fondermi nei tuoi baci.
Le tue labbra dolci e sensuali
mi avvolgeranno
E sarai tu, caldo e accogliente,
il mio riparo nei giorni freddi d’inverno.
Ora il ricordo si fa più nitido.
Ora la pioggia ci avvolge
e profuma l’aria, come preludio a magici ed intimi momenti.
E ritrae un amore
sbiadito dai colori cupi di un dolce giorno d’inverno;
Un amore consumato dalla passione,
Un amore che si muove lento,
Un amore, che volge al culmine nella notte.
Un amore che trova pace solo nella fusione delle anime e dei corpi.
Muore il giorno e come il calice di un fiore profumato che si chiude all’imbrunire la notte ne avvolge e ne contiene il mistero,
e riempie l’aria di profumi e di magia che destano i sensi celati degli amanti
E la luna, quasi a completarne l’armonia, si desta per illuminarne i tratti.
Chiara e limpida acqua
che scendi lenta e tormentosa,
vieni ad accarezzare questa intimità
e giungi per cancellarne i segni
in cui Tu ne sei stata complice;
rendi limpido il giorno
che ora nasce davanti a noi
e ci trascina per volgerci alla realtà.
Triste è la luce del sole,
quando al suo sorgere un amore ed il suo ricordo muore. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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