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C'era una volta, in un mondo sempre più fatto di uomini, un bosco pieno di alberi e cespugli e ogni ordine di fiori.
Tra di loro vivevano felici tanti animali: maestosi cervi, saltellanti scoiattoli, graziosi cerbiatti e tanti uccellini che riempivano il pentagramma del cielo con cinguettanti note armonizzando in musica quell'angolo di paradiso.
La vita era un susseguirsi di coppie di animali che si rincorrevano felici; i fiori salutavano il nuovo giorno con abbracci di corolle; gli alberi, con aria imponente, guardavano dall'alto lo scorrere allegro del ruscello.
Tutto era gioioso e i ritmi seguivano il loro naturale evolversi, quando un giorno...
...giunsero degli uomini e dietro a loro un esercito di mostri meccanici rompendo l'aria con il loro stridulante frastuono. Con voci assordanti e sguardi minacciosi iniziarono il loro lavoro: ad uno ad uno gli alberi della foresta cadevano sotto la violenza delle seghe elettriche; le pale meccaniche non si curavano dei fiori ed il cinguettio degli uccellini sembrava scomparso in quella incomparabile "bestialità" (che era tutta degli uomini).
COSA STAVA SUCCEDENDO?
In uno di quegl'alberi c'era la casa di NOCCIOLA, uno scoiattolo dalla coda lunghissima che impazzendo di fronda in fronda non capiva ciò che stava succedendo.
In un solo attimo aveva visto il lavoro di tanti giorni dispedersi; tutte quelle ghiande e quelle noci che aveva conservato per il lungo inverno ora erano disperse.
E allora cominciò a girare tutto intorno, urlando "aiuto", "aiuto"; e sentendo quelle grida tutti gli animali della foresta uscirono all'impazzata in tutte le direzioni; e mentre l'uomo avanzava con il suo carico di "lavoro" i poveri animali si rifugiavano sempre più all'interno del bosco e giorno dopo giorno nei loro occhi si leggeva tutto il loro spavento.
E ora in quella deserta radura, con gli alberi ormai morenti ai lati di essa, gli uomini cominciarono a costruire un villaggio. Rotoli di asfalto disegnavano il terreno e il cielo cominciò a colorarsi di un grigio sempre più asfissiante. Ma per fortuna, in tutto quello scempio, l'uomo pensò di lasciare una parte di bosco dove potersi ancora riposare dalle fatiche della sua folle "creazione".
Una notte, in quella piccola oasi riservata, alla luce di una splendida luna piena, tutti gli abitanti del bosco insieme ad Elfi e Fate, a cui avevano chiesto aiuto, si riunirono per trovare una soluzione; e alla fine fu approvato un progetto.
Era l'inizio dell'estate, quindi avevano abbastanza tempo per organizzarsi nel migliore dei modi. Tutti erano coinvolti in questo progetto; sia gli animali che gli alberi, che gli esseri fatati e chiesero anche l'aiuto del vento, delle stelle e della luna.
Quando arrivò il giorno stabilito ognuno sapeva perfettamente cosa fare. Un gruppo di fate con le ali insieme agli uccelli volò a lucidare le stelle e la luna; mentre gli animali del bosco invocarono la pioggia a lavare tutti gli alberi e i cespugli e gli scoiattoli con le loro code subito asciugarono foglia per foglia.
Un gruppo di castori entrarono furtivamente in città e con i loro grossi denti ruppero l'asfalto quà e là e gettarono dei semi nei buchi che si erano formati, mentre gli gnomi li seguivano con una pozione magica che faceva crescere in fretta le piantine, in modo che l'indomani avessero già i fiori. Gli uccelli facevano i gargarismi per esercitare il loro canto e le farfalle si dipingevano ad una ad una le ali.
Poi giunse l'ora X. Erano le dieci di sera, il momento in cui tutti erano seduti davanti alla televisione. In quel momento NOCCIOLA, lo scoiattolo, prese un grande paio di forbici e tagliò i fili dell'elettricità. Ci fu un momento di panico nella città. Gente che strillava, rumore di passi, poi più niente. Improvvisamente silenzio.
Dopo un pò timidamente, qualche finestra si aprì e poi altre ed altre ancora? La gente guardava fuori per vedere cosa era successo, ma si trovava di fronte a uno spettacolo meraviglioso. Milioni di stelle, lumi e pulsanti nel cielo scuro con un arco sottile di luna appena al di sopra delle case. E tutto era quieto.
I rumori della città si spegnevano piano piano perchè anche le macchine si erano fermate per vedere cosa stava succedendo. Era talmente bello e talmente speciale che nessuno voleva andare a letto.
Scesero per le strade al primo tepore dell'estate e camminando lentamente e silenziosamente, fondendosi quella strana ed improvvisa pace che era nella città.
L'indomani mattina, lo spettacolo era ancora più bello. Quà e là nell'asfalto erano nati i fiori di ogni colore, che spargevano il loro profumo nell'aria. Gli uccelli cantavano, le farfalle volavano con le loro meravigliose ali nuove e anche gli animaletti del bosco si erano fatti coraggio ed erano venuti a fare amicizia con i bambini.
Tutte le famiglie scesero per strada, anche i vecchietti. I bambini cominciarono a giocare con gli animali; adulti seguivano i bambini con il cuore pieno di gioia; piano piano finirono tutti nel bosco, che li aspettava bello, lucido, luminoso, con i raggi del sole che entravano fra le foglie come dei fili dorati.
Allora la gente diventò silenziosa, come se stesse entrando in chiesa. Si accorse che la perfezione esisteva nel momento che Dio era presente in essa ed era presente anche nel loro cuore. E sentirono una grande gratitudine per aver avuto così tanti doni nella loro vita. | |
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