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Quante cose esistono
da più tempo di noi...
e come persistono,
senza la gloria degli eroi,
né il coraggio dei valorosi
e malgrado tutti i facinorosi?
Seduto su uno scoglio,
guardavo il mare immenso:
azzurro e vastissimo foglio,
scorre senza uno scompenso,
risciacqua le vite e le morti
e neanche al più vile fa torti.
E quanti sono i cristalli
che lo vanno a comporre?
Sembran coinvolti in balli
di cui non si può supporre
la maestosità sconfinata,
ma non è bellezza regalata.
O meglio, Dio la regala
alla natura che la sa accogliere,
e la chiude in un'ampia fiala
da cui ogni bene si può raccogliere,
evitando le turpitudini
che noi mutiamo in abitudini.
Il mare lo osservo ancora,
e al mio animo lo paragono:
germoglia come una spora
e ricevette un mitico dono,
o è semplice frutto del caso
e va in cerca delle cose a naso?
La vita non dà tregua,
e non serve a tanto riflettere:
se lo fai, vieni trattato alla stregua
di chi ha tutto da rimettere...
ma un minimo di quesiti spirituali
tengono davvero vivi gli ideali?
Non c'è migliore risposta
di quella che mi fornisco da me,
e metto in gioco la posta
senza crogiolarmi nei perché;
sempre e dovunque il tempo passa,
mai manca il dolore che sconquassa.
Eppure mi toccano il cuore
quelle eteree gioie passeggere,
che ammorbidiscono un livore
nelle numerose tristezze giornaliere;
ottimi medici sono i minuti
che dall'alto abbiamo ricevuti.
Quella musica, quanto vorrei
che durasse fino alla fine!
Anche senza conquistar trofei,
non camminerei più sul crine
teso che me la fa dimenticare
proprio quando la voglio ascoltare.
Ah, il tempo della vita!
Lo diceva quel filosofo d'oltralpe...
non è mai serena né compita,
né le sue stoccate son scialbe!
Dà un immancabile affondo
che, puntuale, ferisce nel profondo.
Ma con eguale puntualità
anche gli esiti si presentano,
e non credo ch'esista eternità
che i giorni non movimentano,
quindi mai ritenersi un Cristo
che ogni vacuo orrore ha visto.
Vivo al meglio, oramai,
e non mi soffermo su riflessioni
che cercano aghi nei pagliai:
al mondo ci sono tante passioni,
e se la mia sul mare viaggia,
prima o dopo apparirà la spiaggia. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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