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| Ora che tutti avee parlato
di que Leon Cavallo
strano animal vagante
pe le zone di golena,
fra i sentieri umidicci di Sandonao
e ognuno il suo ha ricamao.
Io da bon gnorantone
e mi tengo fora da tal sapere,
perché e ci tengo alla salute
voi e l'arte di corregge
vi viene un fegato dimorto grosso,
me lo dice anchi dottore
vacci piano col cicchetto...
che alla fine ci lasci i calzino.
Poi i che vi deo di
gli è più facile vive da gnorante,
un si po' puntà i dito
e di sempre che un va bene
oioi co i rigoroso e metioloso,
sempre lì a studià su i libri
e mi ci viene il capo gatto
e un ci ho mia scritto giocando
e un son ne grullo ne matto.
L'ignoranza e ti sarva la vita
falli corre tutti alla lavagna
a spiega' di tutta la uccagna,
io mi tiengo lontano da i clamore
e zappetto nell'orto a tutte l'ore
fra un cetriolo e un cavolfiore,
i che m'amporta desse' migliore.
Io e mi mantengo bene
co l'ignoranza e son dimorto insù,
pe dacci di badile e di piccone
e un ci vo Socrate o Sofocle,
mi paiono anche un po' strane
ste persone e diano che siino
acculturati antii, ma io
un l'ho ma visti a ammassa covoni.
Ora e vi lascio e ritorno alle faccende
tanto co tutte le vostre parole
e un si asmmagna gnente,
diffido di voi o cari professori
e fate l'esami ma un see mia dottori,
un vò mai visto co i termometro
e a fa la puntura, ma e stae in cattedra
a sede' sulla seggiola come i politii alla cambera.
Bellini elli, dio ce ne scampi e liberi
un si levano mai son sempre in cambera:
cambera, senao e montecitorio
e mi sembra una formula magia,
gli è come l'albero della uccagna
noi che si sgobba e ci si lagna
e loro che sono amii vostri esimi sapientoni
co la parola e ce lo mettano sempre i saccoccia.
Or la chiudo davvero qui la tiritera
e pe ultimi e voglio parla de poeti
tutti presi a ricercar il verso
in qui mare di parole e son lagnosi,
son difficili con quegli arzigogolamenti
farebben meglio a piantà le fave,
che a Maggio armeno
mangerebbero i baccelli.
Non vi perdee in codesti fiumi di parole
tanto un vi legge nessuno e sete patetii,
andate pe valli e monti a fa funghi,
in campagna a barluzzo e al tramonto
respirate aria bona a pieni polmoni,
un bel bicchier di vino e ben satolli
oggi è meglio non distinguisi tanto
ma vive bene l'ignuranza come de polli. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Satira che parte da un errore sui numeri civici di una via, invece di via Leoncavallo, in modo ... originale e parecchio particolare Leon Cavallo.
Forse invece del musicista, trattasi di un animal mitologico...» |
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