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Nu' tutti lu tinimu 'ntra lu cori,
percé nascimu già cu lu piccatu
e n'hama libberari cu l'amori,
in motu cu ni veni perdunatu.
Siccomu lu piccatu dà dulori,
lu pintimentu n'l'è sempri llivatu,
ma no' l'hamà ffa' cchiù pi avì' l'onori
ti sci' allu regnu ti Ci n'è crïatu.
Cretu la porta sempri shta lu mali,
ma l'ommu hava èssi' sempri lu cchiù forti,
cú no' ssi vizzia comu 'n'animali.
Ma lu pesciu è ca pó cancià' la sorti
pi lli crishtiani ca so' tutti uquali
fincá no' 'rriva l'ora ti la morti.
Traduzione
Il peccato
Noi tutti lo abbiamo dentro il cuore,
perché nasciamo già con il peccato
e dobbiam liberarci con l'amore,
in modo che ci venga perdonato.
Siccome il peccato dà dolore,
il pentimento ce l'ha sempre tolto,
ma non dobbiam ripeterlo per aver l'onore
di andar nel regno di Chi ci ha creati.
Dietro la porta c'è sempre il male,
ma l'uomo deve esser sempre il più forte,
per non viziarsi come un animale.
Ma il peggio è che può cambiar la sorte
per le persone che son tutte uguali
finché non arriva l'ora della morte. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Sonetto classico in vernacolo sanvitese (alto salentino) con relativa traduzione. Schema: ABAB/ABAB, CDC/DCD.» |
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