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Ognunu creti t'essiri quarcunu
e, pi fa' vèti' all'atri quantu vali,
si confia e no' nci 'uarda mai nisciunu,
percé no' vvoli cu èti all'atri uquali.
E ssi pó ddiri ca lu teni ognunu
'shtu vizziu ca ni faci tanta mali
e no' nci piaci mancu a lu Patrunu
ca ni pó dda' 'na pena ca è 'nfirnali.
Ci cchiù, ci menu, simu pritinziusi;
vulì' parimu bbeddi cchiù ti tutti,
ma ddivintamu sempri cchiù vizziusi.
Ccussì facennu nu' no' ddamu frutti,
anzi, n'li ponnu dari 'nta li musi,
ccussì ni fannu ddivintà' cchiù brutti.
Traduzione
Siamo pretenziosi
Ognuno crede d'essere qualcuno
e, per far veder agli altri quanto vale,
si dà importanza e non guarda mai nessuno,
perché non vuole essere uguale agli altri.
E si può dire che ce l'ha ognuno
questo vizio che ci fa tanto male
e non piace neanche al Padrone
che può darci una pena che è infernale.
Chi più, chi meno, siamo pretenziosi;
vogliamo apparire i più belli fra tutti,
ma diventiamo sempre più viziosi.
Così facendo noi non diamo frutti,
anzi, possono picchiarci sulle labbra,
così ci fanno diventar più brutti. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Sonetto classico in vernacolo sanvitese (alto salentino) con relativa traduzione. Schema: ABAB/ABAB, CDC/DCD.» |
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