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Ca la furtuna è cieca no' nci cretu,
percé edda veti buenu ddo' hava sciri;
sont'iu ca 'nta 'shta vita no' la vetu,
cá ddo me no' è vuluta mai viniri.
Ddo' va la prima vota torna arretu,
cá ci teni li sordi sapi aggiri,
ci, 'nveci, no' ni teni reshta 'ngretu
e 'nt'la miseria spiccia ti muriri.
È vveru ca li sordi no' so' tuttu
e ca si vivi ti no' ssulu pani;
a vvoti pó bbashtà' puru 'n'amicu
ca ni 'iuta 'nta 'nu mumentu bruttu
e ci li sintimienti sontu sani
vali ti cchiù ti 'nu trisoru anticu.
"Cumpà', sa' cce ti ticu?
'Nta 'shtu munnu si nasci furtunatu,
ma all'atru no ssi pó da' pi scuntatu!".
Traduzione
Si nasce fortunato!
Che la fortuna sia cieca non ci credo,
perché essa vede bene dove andare;
son'io che in questa vita non la vedo,
ché da me non ha voluto mai venire.
Dove va la prima volta torna di nuovo,
ché chi ha i soldi sa agire,
chi, invece, non ne ha resta indietro
e nella miseria finisce di morire.
È vero che i soldi non son tutto
e che si vive di non solo pane;
a volte può bastar pure un amico
che ci aiuta in un momento brutto
e se i sentimenti sono sani
vale più di un tesoro antico.
"Compare, sai che ti dico?
In questo mondo si nasce fortunato,
ma nell'altro non si può dar per scontato!". | 
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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| «Sonetto caudato in vernacolo sanvitese (alto salentino) con relativa traduzione. Schema: ABAB/ABAB, CDE/CDE, eFF.» |
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