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Non coprono il frastuono
della vergogna umana,
le note di quel piano
che lamentoso suona.
Tra gli occhi socchiusi
si nascondono le lacrime,
tra le labbra parole
scavate nella rabbia.
Agli angoli spioventi
di una bocca senza pane,
scivola ormai denso,
il sapore amaro dell’impotenza.
Si accendono sorrisi
in quel canto di bambina
regalando alla speranza
una parola sola. BASTA!
Melodia su un pentagramma bruciato.
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Ho letto e ascoltato il canto rabbioso e amaro di questo ragazzo palestinese, ho visto il sorriso suscitato dalle note argentine di una bambina che si alza tra i resti di un panorama spettrale.
"Suonaci una musica che parli di briciole di pane,
uomo triste,
suonaci una nota per il sonno,
un’altra per gli uccellini degli alberi mangiati dai bambini per fame...
Qui non ci sono sale da concerti, solo dita intirizzite, cani scheletrici.
Perciò inventa un’allegra canzone araba, affinché possiamo morire,
come gli uccellini che abbiamo mangiato, cantando, cantando".
(Zeina Hashem Beck)» |
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