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«Nel nostro mercato intimo ammiriamo la fantasia, adoriamo le anime martiri d'amore, acquistiamo la stima dell'estro di un dono. Fra i suoi brulicanti passaggi scartiamo ciò che non comprendiamo, vogliamo bene al più caro prezzo.» |
Inserita il 12/02/2016 |
| Io scrivo in primis per me stessa,
soltanto dopo l'alleggerimento delle idee
inizio a scrivere anche per te.
Al mercato dei pensieri mi sono fermata
ogni copiosa volta per me, e poi, devi sapere, per cercare te,
ed ogni livella di sguardo fra la merce di cervelli buffi
e anime in polvere, pesava leziosamente orgogli e budella
o spesso fegato da riscaldare per cena.
Nove lacrime al grammo diceva il ciarlatano,
io gli credetti e diedi quel che rimaneva del conio della fiducia,
galeotta del mio borsello di piccolo taglio.
Un saggio acquisto poteva far bene
alle tempie al crepuscolo, chi lo sa!.
Un tempo scrivevo al mattino,
il tuo impegno era sempre al varco ma meno pretenzioso.
Solo da alcuni mesi e qualche bottone in meno,
ho iniziato a scrivere nelle mezz'ore più esigenti di parlare con te,
alcune perdute volte anche all'ora del tè
in cui mi sarebbe piaciuto
guardare la gente per strada somigliante tutta a te.
Volevo sentirti l'altro venerdì, dirti che sono riuscita
a contarmi i capelli
mentre parlavo al mio cuscino di te.
E come vanno gli affari tuoi,
e i peccati di lussuria ti tormentano ancora?
Chi può mai dirmelo se hai cambiato sigarette
o se hai raccontato ai rami del bosco di me?
Di quella giornata stanca
in cui i pianeti si muovevano come dannati
nel fuoco eterno e ti ho sorriso ma non ti ho detto tutto.
Non ti ho detto della spesa al mio mercato,
vorrei portarti qualche giorno, quanta folla senza la tua voce,
invece la mancanza non peserebbe niente laggiù,
se soltanto venissi tu.
Era notte ieri sera ed ho sentito uno strano verso
oltre lo spessore del muro, ho ascoltato un uccello,
uno di quelli che parla magnificamente quando è solo.
Qualcuno diceva che il canto più bello di un volatile
è quello pieno di dolore, allora non gli credetti
ed io non ricordo nemmeno chi fu,
ma dal mercato sono rientrata colma,
non c'erano gabbie, io ti amavo tanto
e ho comprato i pensieri più belli per te. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Immagine dal web
poesia estratta dal mio libro di poesie romanzate IO POSSO PERDONARE - Matilde Marcuzzo ©» |
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