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Vi è in cielo ancor ora qualche nuvola,
ma primeggia il lungo chiarore dell'estate,
lo sguardo sulle onde azzurre e lente vola,
lasciando a riva il resinoso odor delle pinete.
Da qua ti scrivo cara amica, da oltre le cime erbose,
quelle verde smeraldo che fanno da corona al mare,
da qua ti penso nella pace delle tue valli sinuose,
quelle lontane, in cui dedichi il giorno al camminare.
Sulla tua pelle a me sconosciuta il sole già disegna
storie brevi di color rame e delicate come panna
sono singulti nella vita serena di montagna
e donano emozioni intense e calore di fiamma.
Quando la tua vacanza giungerà al tramonto
nel tuo sorriso resteranno le parole buone,
quelle delle canzoni alpine che ti porta il vento,
scandite al passo accompagnato dal bastone.
Berrai il tempo tra i larici come un leggero vino,
ti bagnerai nei laghi e porterai nel bosco il cuore,
vedrai la notte nera e udrai il cinguettio al mattino:
paesaggio di poesia e di incontenibile languore.
Sopra i pascoli, dove urtano in autunno le brume,
il gorgoglio delle sorgenti suggerirà il sapore di neve
e gli occhi avidi spazieranno oltre le rocciose cime,
dove tra l'infinito e il mondo lo scarto sembra breve.
A sera, qui al mare, dalla mia barca getterò le reti:
hanno le maglie robuste e larghe e sanno di sale.
Pescano solo ricordi degli anni ormai passati,
alcuni sono gioiosi, altri più duri e fanno male.
Non ti preoccupare per me, amica mia per gioco,
sono felice per la tua allegria ed il tuo fare.
Poterti scrivere oggi non è cosa da poco,
e mentre il tempo scivola via, mi fa piacere. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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