Ho lanciato sospiri alle stelle
seguendo tra imposte socchiuse
l'onda della mia malinconia, modulare
in un fremito dolcissimo rarefatti
strati d'aria, dove vivon perenni
attimi andati a gremire l'ignoto
con l'incantesimo festante, d'indefiniti
colori aggrovigliati a nuvole evanescenti
in trame fluide di memoria

Mi sono poi smarrita al crocevia
di strade asfaltate d'ore morte
nel silenzio che apre luci tremanti
tra acrobazie di ombre a far fiorire
i nostri volti accostati dalle pieghe
del tempo in sbiadite sequenze
d' immagini impastate di nostalgia
al di la di un altro vivere lontano

Immersa in quel mare silenzioso
mi son nutrita d'aspre stille di rimpianto
cullata dal torpore della cenere aspersa
dal mio cuore reclamante tra ricordi traboccanti
solo di parentesi chiuse, il fremito ondulato
della mano tracciare in metafore efficaci
momenti di vissuto fissati nell'imperitura
bellezza partorita dalla mia solitudine

dove la felicità è il riflesso di un bacio
a illuminare tra spirali di parole
la soave emozione che rivivo nell'istante
in cui chiudo gli occhi e di ciò che dopo
non è stato, aspiro l'algida fragranza d'inverno
col suo fumo e la sua nebbia, mentre sfiata il vento
respiri che asciugano il sudore della notte

Quando ogni suo alito invita allo specchio
di cose perdute, nel nulla infinito e lemmi
soffocati scrivano di un amore andato lassù
tra intermittenze d'astri e una falce di luna

a esistere ancora, anelante d'eterno