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Quanto freddo c’è
stasera nei parcheggi deserti
e nei viali del centro
di Bologna.
Quanti cuori che si sono persi
altrove,
o passeggiando assieme
a qualcuno fermo
alla stazione centrale.
Che aspettava di partire.
Assieme a qualche canzone,
a qualche specie di felicità.
Sara quanto sei bella stasera,
tra le costellazioni di questa città.
E stasera ti guardo mentre sospiri
e ti addormenti e ti accarezzo le guance.
E mi dici, poi,
che ti manca Londra.
Sara, il tuo nome è come una specie
di ricordo bellissimo,
una realtà bellissima.
E il cielo si fa sempre più scuro,
sembra quasi un oceano profondissimo,
con i tramonti che annegano e muoiono.
Le luci delle città poi,
sembrano delle specie di costellazioni
e i viali in centro sono pieni di bar,
dei tuoi pianti lunghissimi.
Degli amori incerti,
di quei pochi amici che ci sono rimasti.
Sara, come sei bella stasera tra le stelle.
Come sei bella sempre
e adesso che ti guardo crollare.
Come un grattacielo di New York,
come quando ci svegliavamo
a Hyde Park al mattino,
con l'aria fredda,
quasi insopportabile.
E scrivo delle lettere di sera,
che spero che ti arrivino presto.
Che sono delle lunghe poesie
che parlano di abbracci irraggiungibili,
adesso che rimangono le distanze,
le assenze, le dissonanze, i chilometri.
Sara, quanto sei bella stasera tra le stelle,
nel cuore delle costellazioni della città.
Che quando ti addormenti
riesci a pensarmi,
riesco a pensarti. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Tutti i nomi presenti nella poesia sono nomi di fantasia» |
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