Ammassati
nei vagoni dell’assurdo,
come un branco di agnelli
tradotti al macello.

Devastati dalla paura,
che come lama tagliente
falciava la loro misera esistenza
con un destino già designato.

Violati nell’anima e nel corpo
dietro trincee di filo spinato
nell’alba timorosa,
costretta a sorgere
sui sogni infranti.

Greve l’andatura dei passi
nell’aria soffocata da silenziosi lamenti,
vite braccate
dall’insipienza di un folle.

Trafitti gli sguardi
di uomini ombra,
scarniti dalla fame e dal freddo
di bimbi diventati in fretta angeli,
di chi attraverso lenti tonde
non ha potuto vedere la giustizia,
ma mani di boia levate
e fili di fumo avvolti
alle nubi del cielo.

Ammassate furono,
le loro ossa,
ad Auchwitz Birkenau,
spalate sotto la neve
che ammantò con fredda coltre
i resti di uomini innocenti,
colpevoli di essere diversi
e di essere ebrei.