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Tu appari, o Troia, come un gran miraggio
sul tuo colle adagiata e asserragliata,
tu, fiore d’arte di Capitanata,
che un dì mostrasti al mondo il tuo coraggio.
Tra i marmi tuoi risplende ciascun raggio
del bel sole che orna la facciata
di quel tempio che t’ha magnificata:
grandi papi ti hanno reso omaggio...
Sorvegliato da vigili leoni
e custodito da furenti draghi
è il sonno di Maria: un dolce addio.
Si assiste, nel silenzio, tra i piloni,
a un gran prodigio su quei muri vaghi:
l’animula di Lei s’invola a Dio. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«La poesia fa parte di una serie di poesie che descrive alcune città d'arte d'Italia. La presente descrive la città di Troia e la sua cattedrale, uno dei principali monumenti romanici della Puglia. Al suo interno è presente una "Dormitio Virginis" che sembra custodita dai leoni della facciata e dai draghi del portale. I versi sono tutti endecasillabi piani. Sono state usate due quartine con rima incrociata (ABBA ABBA) e due terzine con rima ripetuta (CDE CDE).La luce a cui si riferisce il titolo della raccolta è quella dell'arte. In questo caso ad esempio il rosone è paragonato ad un sole.» |
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