Dal tempo partorito
d'antiche macerie
saldo in liquidazione
il mio vestito, offro!

Trama e ordito
son fili di memoria
a impuntar d'ascetico delirio
rilievi delicati

di lacrime lontane
di fosse scavate nella terra
e d'attese appese su vetri
di desideri stanche di ore
lunghe da sgranare

Tra le sue pieghe
potete osservare
notti trafitte da lame
di dolore e paillette
incastonate color della sete
a ornare balze di volant

-senza spalle da coprire-

Su venite signore e signori
il mio vestito nuovo
-vessillo della mia liberazione-

terso di sudore, colorato
d'un pianto dal tono iridato
senza uno sbaffo d' unto
da cancellare, svendo
a poco prezzo:

un centesimo d'amore!

E nell'abbandono
di una quiete da saggiare

nuda rimango!
Ombra di schiena
da occhi di muro
proiettata

a osservare la mia veste
posata sul bancone
che agita piccoli cenni
di curiosa attenzione

ogni accento di me
e ogni orma esposta
alle ciglia del mondo

che ne sfiora
la delicata intessitura

trapunta di sole
asperge vividi bagliori
la virginea pelle

profilo incerto
...d'esistenza rinata...