Visitatori in 24 ore: 8’415
1047 persone sono online
Lettori online: 1047
Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
Poesie pubblicate: 361’347Autori attivi: 7’477
Gli ultimi 5 iscritti: ac autore - Valeria Viva - GiuseppeGiannotti - Marta Paolantonio - Antonio Ivor Boatti |
_
eBook italiani a € 0,99: ebook pubblicati con la massima cura e messi in vendita con il prezzo minore possibile per renderli accessibile a tutti.
I Ching: consulta gratuitamente il millenario oracolo cinese.
Confessioni: trovare amicizia e amore, annunci e lettere.
Farmaci generici Guida contro le truffe sui farmaci generici.
Xenical per dimagrire in modo sicuro ed efficace.
Glossario informatico: sigle, acronimi e termini informatici, spiegati in modo semplice ma completo, per comprendere libri, manuali, libretti di istruzioni, riviste e recensioni.
Guida eBook: Guida agli eBook ed agli eBook reader. Caratteristiche tecniche, schede ed analisi |
|
Nella buia grotta,
ogni notte una goccia
cadeva dai sogni
di bianchi unicorni.
Scivolando a terra,
mano per mano
si prendevan le gocce
danzando pian piano.
Dapprima fu vento
di alate colombe,
poi vivido argento
di forma lunare.
Infine il disegno
fu chiaro alla notte
e quale splendore
di gocce incantate!
La grotta era accesa,
lucente di vita.
Sulle labbra del sogno
si destò la bellezza
divina e fiera,
eppur così vera.
Specchio di un mondo
fratello nascosto,
negli occhi aveva
un segreto riposto.
Quel varco sognante
da sempre socchiuso
per un istante
fu infine dischiuso.
Oh, qual momento
di quieto fermento!
Tacevan le stelle
e la foresta in toto,
e si fermò la trottola
sul limitar dell’ignoto.
La bellezza, come ninfa
di bosco risvegliata
dalla sua quiete fatata,
tremò in tutta la figura
in un'esplosione della natura.
Una veste lucente di perle
cadde allora dal suo corpo
intessuto di sogno,
sfioccandole tutt'intorno.
Un grido si levava dalle bocche
mute e trasparenti
di quegli orizzonti cadenti,
mentre affogavano nella terra bruna
pregando invano la luna.
Flebile come un respiro,
quell'accenno di coscienza
bastò a turbare il sonno
del più giovane unicorno.
La bellezza era perduta
non poteva più restare
a giocare con le fate
e a sognare il vasto mare.
Si spense come un fungo
che un giorno era un fiore.
Rattrappita si distese,
in un'oscura malattia
e all'alba volò via
nel suo regno di cristallo
a cavallo della brina.
Intanto l’unicorno
si svegliava solitario
e al vuoto familiare
lanciò un occhio indagatore.
Fiutò l’aria a più riprese
poi con gli occhi si richiuse
nel suo sonno naturale,
forse ignaro del suo male.
Cadde allora lentamente
una goccia di splendore
sì lucente, che dal
suo regno diamantato
la bellezza a perdifiato
corse lesta a risvegliare
dal torpore tanto amato
l'animale incatenato. |
|
|
|
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
|
|
Non ci sono messaggi in bacheca. |
|
|
|