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♦ Adriana Bellanca | |
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Dicembre 2024 |
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Pensi ancora tu
che a livellare le vite
basti la morte?
Infelici vite, sorti sporche,
esistenze beate e sante,
condotte in tuguri miseri,
bestemmie del signore
che mostra le sue ire
a chi ha le mani sporche.
Il dolore eguaglia gli umili,
fraternamente illudendoli;
gerarchie intelligenti segnano
predestinazioni imperanti
che inondano i poveri
cristi, come granchi
su scogli
delle nostre spiagge, rese umane
dal vento, che innalza i respiri
del mare, insieme alle gonne
e agli imbarazzi virili.
Pensi ancor tu
che basti la morte
a renderci miti e uguali?
Nudi ai piedi dello
stesso Cristo spoglio,
con le mani nel suo costato,
coi grembi tronfi di
amori infranti,
partoriremo preghiere
assordanti, invecchiate
in templi consunti.
Sfamatevi d'ostie,
affamati d'amore,
cercate la morte,
voi tutti affamati di pane. |
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