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Se scorgo un raggio di sole,
so che non è il mio viso che lambisce,
ma quello di un amica
o di qualcuno che io non sarò mai.
Se scorgo una stella,
sospiro esprimendo un sogno,
so che quella stella non è destinata a me,
non è il mio desiderio che esaudirà.
Se sento una mano che mi accarezza,
quella carezza so che non è l'amore,
solo la sottile sfumatura di una amicizia.
Se odo il canto d'un fringuello,
so che non è al suo canto che il mio cuor deve sognare,
poiché il cinguettio presto svanisce,
resta solo un grido
il mio.
Se sogno d'esser felice,
so che non è quel sogno a rendermi tale,
solo tutto ciò che di bello si avvicina ad esso
prima che svanisca.
Se spero nell'amore,
so che non è quella speranza a tenermi in vita,
ma la continua lotta nel ricercarla.
Se voglio essere forte,
so che a rendermi tale
non è l'agognare un sogno,
ma la certezza d'averlo perduto.
Tutto presto svanisce
resta solo un grido
il mio.
A volte credo di conoscere me stessa,
so che non è questa conoscenza a rendermi saggia
ma lo sforzo incessante di scoprirla.
Se credo in Dio,
so che non è questa fede che mi rende migliore
ma la volontà di conservarla nel mio cuore.
A volte guardo gli occhi di qualcuno,
mi perdo in uno sguardo
so che non è l'amore quel che vedo,
ma il riflesso di ciò che vorrei.
Se alzo gli occhi al cielo,
so che non è quello sguardo ad aiutarmi
ma l'essenza di ciò che esso nasconde:
un grido
il mio.
Se scrivo queste righe,
so che nessuno le capirà mai
ma non è questo ciò che conta,
è quanto d'esse rimarrà nella memoria di qualcuno
a fare d'un pensiero,
un grido.
Più in fretta scorrono i giorni,
più flebili e vane si fanno le speranze.
Nel mio Regno, tra queste mura,
rimane solo un eco,
l'eco del mio grido. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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