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«Questa poesia è forse uno degli scritti più travagliati fra quelli che ho proposto in questo sito. A differenza infatti di molte altre poesie, frutto dell'istantaneità e del sentimento del momento; questa ha subito un lungo processo di elaborazione ed è stata più volte modificata. Rendere l'idea di una storia che mi era sembrata una menzogna, crearne l'impalcatura attraverso l'immagine del teatro, ed associare ad essa una canzone - che ne è il titolo - attraverso cui si era espresso l'unico momento di purezza; è stato un processo faticoso ma liberatorio. Al di là della sua opinabile bellezza, essa per me rappresenta il senso che la poesia svolge nella mia vita: liberare ciò che sento ma che non comprendo.» |
Inserita il 19/01/2013 |
Quale maestoso sfondo hai offerto al nostro palco,
autunno magistralmente invecchiato.
Del bianco nascituro ormai covavi l'invidia,
ma le imbrunite foglie ancora orgoglioso cullavi,
riposando sotto coperte di luna.
Quale imponente teatro d'amore plasmammo al tuo abbraccio.
Lei, brillava splendidamente,
e nella sua ingenua insicurezza
mischiava a note d'innocente compagnia
spartiti acerbi di un'overture dal sapore futuro,
oggi avvinta alla sua flebile eco.
Muto in quel monologo io bramavo
un verso di autentica te,
uno sguardo certo tolta la fragile maschera.
E come dal semplice strofinio
vigoroso il fiammifero avvampa e
vorace consuma se stesso;
così tu al femmineo canto
hai prestato ascolto, accolto il silenzio,
e mi hai guardato con l'animo a nudo,
e la maschera in mano.
Di quel lampo di fuoco ricordo
gli occhi dalla spaurita sicurezza,
e le mani tremanti saldate impavide alle mie.
Le nostre dita intrecciate
si sono sciolte in un giro di luna.
Il passato è il solo testimone di quel teatro,
il presente ne contempla le ceneri.
Ed ora, che protagonista in soliloquio scaccio
per sempre le note della tua metamorfosi sfumata,
capisco nello stringere queste braci brucianti
che la mia mano vuole scaldare il palmo vuoto
con la cenere sola di quel fiammifero. |
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S B |
14/10/2012 11:36| 2929 |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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