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«Naufragio fu per il mio cuore l'addio temuto! Morivo mentre andavo via, e nella mia Morte interiore coi miei versi resi immortale questa mia infinita passione, la più bella!» |
Inserita il 30/05/2013 |
| T'ho amato
amante distante,
con l'aroma smarrito del frumento
in un campo inumidito
da estranee radici.
Non sapevo già d'averti perduto
in un canto d'eco lontano.
Non sapevo
di non averti mai avuto
neanche nell'istante fugace di una rosa.
La tua assenza si rivelava
selvaggia
nella dolcezza di una notte
distesa tra le scogliere.
Lascia che ti canti
i miei baci violenti
nei petali socchiusi di un giorno che passa.
Lascia che l'avena s'infuochi
nella cascata fertile
del mio pianto di seta.
Lascia che la brocca nera del vino,
fecondi il mio ventre
nella segreta fioritura
di un'irruenta passione.
Lasciami immergere
nella moltitudine
che svela silenziosa il tuo nome.
Io resterò immobile!
Dai miei fianchi d'avorio,
tu solo coglierai lo zaffiro
di un miele cristallino
e premerai, amor mio,
le tue labbra nell'anfora pura
del mio seno che trema.
Ma Tu, non sai che,
pur senza toccarmi,
giungevi rumoroso come polline fertile
nelle segrete delle mie primavere.
Ed io ancora
restavo immobile!
Scelsi la selva
per imparare
ad esser vite o rugiada,
per imparare
ad esser foglia o garofano.
Esplose in un lampo azzurro
la tua distanza,
come un naviglio che salpa,
e in questa nera illusione,
che mai più tornerà,
amante,
amico,
sinfonia dei miei pensieri,
io ti perdo! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«L'unica gioia che ho vissuto intensamente sei tu. A F. R.» |
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