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♦ Adriana Bellanca | |
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Dicembre 2024 |
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Un sorriso, uno scherzo, una risata...
e, spiegami come mai,
io m'innamorai subito di te...
forse fu colpa di quell'ambiente,
di quel sogno che,
innocentemente,
stavamo vivendo insieme...
E ora che tu
non sai nemmeno più chi sono
e che io, agli occhi della gente,
non so più chi sei...
dimmi come farò
a placare la mia malinconia.
E la solitudine
che la notte mi assale,
quando invece di dormire,
rivedo nella mia mente i ricordi,
rievoco le disperazioni
di me senza te...
lo so, mi faccio male
ma il sol pensiero
di non portarti più nel cuore
fa riaccendere la memoria...
Ma non serve più a niente
accusare qualcuno...
e non serve più a niente
svegliare il ricordo...
non serve più a niente
cercarti nel sogno...
perché io ormai ti ho persa,
ti ho persa per sempre.
E so che oggi ancora rideresti
guardandomi negli occhi,
e mi feriresti ancor di più,
senza provare un dispiacere;
perché in questo mondo d'ipocrisia
non c'è più spazio
per quelli come me,
che cercano amore
nella sincerità e nell'allegria;
perché adesso qui lo stupido
quasi quasi sembro io;
perché è dannato quel ricordo
che vaga ancora nel buio,
il buio di quell'anima
che oramai s'è spenta;
perché ucciderei il tempo
per tornare da te,
anche per un altro no,
per un altro schiaffo!
E sia maledetto proprio quel tempo
che ci ha allontanati così in fretta...
sia salvata la mia vita
che rimane ormai un succo amaro
di una bevanda
che da lontano
sembra ancora fresca...
E che resti felice almeno te
che sei il mio sogno perduto
nel carcere infinito
di questo mondo così chiuso...
Ma non serve più a niente
piangere a vuoto...
e non serve più a niente
cercar nuova vita...
non serve più a niente
pensar 'non è finita'...
perché ormai io ti ho persa,
ti ho persa per sempre. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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