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Scrivevi lunghissime lettere
parlandomi della tua California
e di come riuscisse a fotografare
i suoi oceani & deserti,
e ti sentivi spesso chiusa nella tua stanza
tappezzata di poster di vecchi film romantici
dati al cinema dei nostri pomeriggi
l'anno scorso.
E di come c'erano certe poesie
bellissime autografate sulle pareti di qualche edificio
pericolante, che era ancora azzardato parlare d'amore,
che poi era ancora improbabile.
Perché volevi ancora le tue catastrofi,
le tue metamorfosi consolanti e i tuoi fazzoletti
sporchi azzurro/lacrima.
I tuoi fazzoletti splendidi ricamati a mano,
inconcludenti.
E ci siamo salutati come se fossimo due estranei
che si conoscono da anni,
i nostri migliori anni
dove ho passato a guardarti attorcigliare i capelli
come se li volessi addomesticare ai tuoi occhi d'ametista.
E ci siamo sempre comportati come due narcisi
differenziandoci da quei fiori che si nascondono
in una carezza perché hanno paura di abbracciarti.
E di fotografarsi i petali eseguendosi una fotosintesi di baci.
E se tu ti raccontassi coi cieli che si disfano
con le loro grigitudini paranoie e tossiche albe
che ti sbiadiscono pure gli specchi e ti ingialliscono la bellezza.
Dietro a delle inferriate di una prigionia d'amore,
credo ti faresti commemorare dai lacrimogeni
per non piangere e diluviare.
Intanto continuano a sorgere dalle ceneri di Chernobyl
altre centrali nucleari,
altri amori chimici, e reazioni d'interferenza.
Ci hanno affondato pure i dirigibili e con loro
dato fuoco ai tramonti,
che adesso si sciolgono i cieli quando cerchi di dirmi
che vuoi rivedermi.
E continuano a sbiardirti i vestiti
le piogge acide
e diventano pallidi i tuoi polsi,
steli di fiori immobili
nei prati.
Che non erano altro che basi aeree da cui decollavano
stupide frasi e t'innamoravi.
Ed eravamo come due narcisi
bellissimi,
scostandoci le lacrime dal parcheggio delle emozioni
ci siamo innamorati follemente
di una nostra immagine in una rivista
di cosmetici. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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