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Specchio di cielo,
increspato di onde e spruzzato di stelle;
su di te lei giunse,
oscura come la notte e languida come la sorte.
Un ragazzo sul molo:
perso nel suo sogno,
solo contro il mondo,
scappava dal nulla e dalle bombe.
Lo sguardo giovanile si posò
su quell'amante troppo grande:
ella stringeva la mano del suo uomo,
pegni d'amore color del grano
tintinnavano sordi in quel casto amplesso,
ma solo uno dei due conosceva il tradimento.
Venti sono gli anni del bel sognatore,
persi tra il fuoco dei mitra e le bugie dell'amore.
Sorrideva al mare,
gli occhi si erano allontanati dalla sposa sola,
ormai abbracciata al suo stesso dolore;
c'era un'altra donna,
fatta di corda e materia viva,
sirena artificiale,
portatrice d'oblio;
lo chiamava da lontano.
Cantava di sogni perduti e amori passati,
di uomini a metà,
di freaks disprezzati dalla società,
in lei c'era posto per tutti:
pazzi, ciechi e sordi.
Per ognuno un rifugio,
per ogni mostro una casa,
per quel ragazzo la sua strada.
Un ventre materno lo accolse,
in quel giorno di settembre.
La valigia in una mano,
il veleno tra le labbra;
Dio gli mandò il messaggero,
lui interpretò il messaggio.
Prima un piede, poi l'altro,
il legno tremava e il cuore batteva.
Uomini, grandi e piccoli,
con sorrisi vacui e occhi spenti,
lo salutarono muti:
“ Eccone un altro!
Un applauso al novello!
Ulisse, prendigli l'anima!
Trafiggigli il cuore!
Donalo al mare!”
Espirò aria nera,
mentre un mezz'uomo dagli occhi di vetro,
dal passo infermo e dal sorriso radioso,
lo invitava a prendere posto:
“Benvenuto tra i pazzi e gli alienati,
tra i folli e i malati!
Lascia a terra ogni amore e dolore,
abbiamo bisogno solo del sognatore!”
La schiena doleva,
mentre il sapone scorreva sul ponte
e il sole si guardava nell'infinito del mare.
Il ragazzo iniziava a crescere,
barba incolta e sorriso a metà.
I ricordi di donne divennero nebbia,
vaghe sensazioni di calore e profumi esotici;
solo questo bastava.
Le parole, a terra, sono vuote,
forse perché troppe.
I pazzi sono silenziosi,
i gesti sono le loro frasi e le urla i loro punti.
A casa il giovane era il folle,
estraneo e perso nel sogno,
così lontano da quel circo
che volevano proporgli come realtà.
In mare era diverso,
la grande madre blu lo aveva accolto.
Cavalcava una sua lignea figlia,
cresceva sotto il calore dell'oro,
amava per ore donne che nessuno avrebbe mai amato.
Non poteva tornare indietro:
così da giovane divenne uomo,
da straniero si trasformò in fratello del mondo. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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