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| Le sue parole scritte sulla sabbia
E bianca spuma di mare la sua rabbia
E la risacca che trascina in alto mare
Il mio corpo imbandito di emozioni amare.
Ed inventare immagini nei nostri occhi avidi
a disegnar follie dietro timori stupidi.
I sogni dietro ai sogni a dimenticar le pene.
Restare in fondo al mare e andare a gonfie vele.
Parlare per non dire è una follia.
Ascoltare il suo silenzio è malattia.
Paura di dire. Paura di sbagliare. Attento.
In fondo ai nostri animi si ascolta solo vento.
Libertà è parola detta che ferisce
Il possesso, in un attimo di euforia, finisce.
Siamo sempre noi, più soli, che guardiamo avanti
e davanti a noi non c'è mare che ci tenti.
Cammino spalla a spalla per non cadere.
Ancora una volta non cadere.
Mi ero appena alzato e avevo voglia di tentare.
E capirmi per capire era solo un triste dire.
Testa contro testa, mano contro mano.
Occhi dentro gli occhi e la sua pelle piano
contro la mia pelle invano.
Le sue parole scritte sulla sabbia
E bianca spuma di mare la sua rabbia.
Il mio dolore antico è la mia forza
Ma, quel giorno che verrà,
di aspettare non avrò pazienza.
Ed i miei piedi stanchi correranno soli
Verso l'abisso immenso, per l'ultimo dei voli. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Si puo' scherzare "rimeggiando" su un dolore tanto grande? Si, guardando il dolore dal di fuori... non scrivo mai in rima, forse mai più lo farò...ma mi è servito per esorcizzare, come sempre, forse di più. Gennaio 2007.» |
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