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E' questa maledetta vita che si traveste a volte in un eccesso
che non conosce feste o che ne conosce troppe,
che è vetrina o palestra oppure un arido campo sconfinato
un rifugio di senzatetto, un abbaglio, un albero senza frutto
un sogno senza luna, un lavoro senza costrutto...
questa vita, così densa di promesse di luce
di parole roboanti, di parole abusate,
di lei non sa chi sono io e di schiva timidezza,
di generosità, di scaltrezza, di progetti infiniti
di eroi che scalano vette oltre le nuvole
di uomini pieni di buon senso, ricchi di lealtà,
di borghese identità, di avida pretenziosità
di case, di palazzi, di castelli, automobili e balocchi,
e vuoti della più piccola carezza...
questa vita di pesantezza e di scarsa bellezza
di fierezza, di amarezza, di gaiezza,
questi tempi che sembrano andare fuori tempo
con la vita che sembra un'altra vita,
queste lune che sono di altre notti, questa umana sensibilità dispersa,
ingoiata tra i flutti di un mare di petrolio,
questo misero pensiero dell'anima che ci unisce in un solo abbraccio
nella nebbia di desolate pianure o nei freddi giorni dell'addiaccio,
la nostra solitudine è una corda che ci imbriglia
un laccio, una frusta che ci ferisce, questa vita che ci sbatacchia
come vento, come tempesta che scuote la costa,
ed è allora in questa vita,
che orfani rimaniamo, aggrappati gli uni agli altri,
fosse soltanto la musica o la poesia come pretesto
ma è il seme, il germoglio dei nostri cuori,
che ci aggrega come stelle di uno stesso cielo. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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