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Dimmi quello che vuoi
quel che ho amato di lei
sono stati i suoi abbandoni
i suoi lunghi silenzi
le sue distanze…
Amico, dimmi quello che vuoi
quel che mi è rimasto di lei
sono le sue assenze…
Le nostre migliori parole
quelle mai dette.
I nostri migliori momenti
quelli disperatamente vissuti.
Regalami, se puoi, i suoi sorrisi
quelli che a me non ha regalato mai
quelli che perciò erano belli.
I suoi difetti e le ferite
che non ho sanato mai:
lei era il sale sulla mia carne viva
lei era il sole che non vedevo
e che ora non vedo
un sole nero.
Dimmi quello che vuoi
ma non lasciarmi solo:
ho paura
di affondare nei ricordi,
ho paura
di non poter rivivere i momenti
o di riviverli ancora.
Lei aveva il cielo nelle mani
e l’ha lasciato cadere.
Lei aveva il fuoco sulla pelle
e si è lasciata bruciare
bruciando le mie ali.
Amico, io rimpiango
quello che non è stato
e non sarà mai più, oggi
che non ho più il tempo di cambiare
una sola virgola,
ad una storia ormai finita.
Dimmi quello che vuoi
ma non lasciarmi solo.
Ho paura
che il silenzio divori la mia anima.
Ho paura
di non poter più credere.
Non lasciarmi, ti prego, il silenzio.
Regalami la tua voce calda e quieta
ed ascolta il mio pianto:
non lasciare che si perda
una sola lacrima.
Tienimi la mano
non lasciarmi cadere di più…
Ora che i miei passi
sono fragili e incerti
come quelli di un bambino. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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