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| Forse eri tu,
oltre le stelle
come pulviscolo d'oro
scivolarmi
tra le mani.
Senza titolo,
piango all'ombra
sconosciuta
che protegge il mio cuore.
Tenera è l'illusione
nel buio che mi assale
di quel brivido infinito
del silenzio del cuore.
Mai e mai più,
la forza del dolore
mi libererà dal tramonto,
dal risveglio dell'eco
dove si nasconde l'amore,
dove la tua mano
ho perduto,
rubata dal bacio ricevuto
sotto gli astri della luna.
Ti aspetterò là,
dove la notte nuda
ti ricopre ancora dei miei baci,
del mio respiro,
del mio sorriso,
perché nei miei occhi …
non manchi tu,
figlio mio. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
«L’improvvisa, imprevista morte di un figlio, per ogni famiglia, é un evento devastante. Non c’è tempo per prepararsi alla tragica perdita. “Se solo potessimo dirgli ti amo una sola volta ancora”, ma dietro le lacrime spessissimo si trovano le parole: “scusami, scusami., scusami…” Tanto é intenso lo shock di perdere un figlio.» |
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