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Parlami, non vedo che te
Unica quella luce soffusa che
Ti trattiene dolce come il fiume
Che scorre dentro me
Portando alla deriva ogni sofferenza
Accarezzandomi la schiena
In un brivido gelato
Quel nordico vento ti strappò
Dal mio cuore di vetro
Trasparente come l’acqua
Ho paura, non voglio perdermi
Abbracciami, trattienimi
Lungi da ogni amara sorte
Che attende inquieta nel buio
Della notte, nella sua ora più scura
***
Si dice che essa preceda
L’alba lucifera che allontana
Le inquietudini degli animi nostri
Per ben più alta sorte
Non più infame ed avversa
Ed è qui che mi appari
Fresca come la dolce brezza
Che al mattino muove le foglie
E accarezza il mio animo
Triste e affannato
Come quello dell’ariostesco
Eroe che sulla luna perse
Il senno suo e vagò
Furibondo in cerca della
Sua amata Angelica
***
Sento freddo, dammi il tuo calore
Questo ghiaccio mi lacera i polsi
Non voglio vivere altri cento anni
Rinchiuso in una prigione di cristallo
In assenza di te, o Regina Danzante
La tua gonna volteggiando
Mi ricorda le gioie di un tempo
Che non tornerà forse mai
Finche non tornerò ad averti tra le mie
Braccia sfinite e senza forza ormai
Dove sei? Non sento più il tuo
Languido canto e i tuoi agili
Passi che allontanano
I miei pensieri dal luogo
Di sofferenza per radunarli in te
***
Torna regina, non ti sento
Non ti vedo, ma ti aspetto
Aspetto lo sciogliersi delle
Catene che mi legano e trattengono
Lontano dal tuo profumo di rose
In balia di ombre scure e ghignanti
Che mi oscurano gli occhi
Sento il battere frenetico del
Mio cuore di vetro, ti ama, ti desidera
Ma ha già delle increspature…
Ha battuto troppo a lungo in attesa di te
Ma tu sei andata via e… tornerai?
Prendilo o cadrà,
Amalo o morrà… | |
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