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Se solo mi avessi impastato
di semplice ragione
pura di spirito, povera tra i poveri,
lasciandomi scorrere senza tormento
la vita, tra panni stesi e cuccioli
e chiacchiere e risate tra comari,
avrei cantato lodi e inni, sazia
tra le braccia del mio sposo.
Così non è stato,
poiché semplice non sono,
il mio furore ha scardinato
i margini del dubbio
e come fiera insanguinata,
ho giaciuto tra eventi ineluttabili
affamata e priva di corazze,
forgiando le mie spade
al meglio che potevo
in abissi di contraddizioni
auto flagellandomi
di colpe non volute.
Io no, non mi son fermata
alla superficie del corpo,
masticando la zolla nel profondo,
ti ho pregato non di aiutarmi
ma di conoscere l'essenza delle cose.
Chissà, Signore mio,
se ami in egual modo
le amazzoni del cuore
che cavalcano secoli di polvere
per giungere allo stesso punto
della voce limpida che sussurra
agli occhi amorevoli del Padre
...cosi sia ...
Chissà se proprio questa indagine
volevi da me per farmi scrivere
su abissi di dolore
la bellezza virginea di un mondo
sfiorato da brutture e strepiti di pianto,
e nel silenzio della resa ritrovar la pace
l'abbandono ad un cuore grande
e liquido come burro fuso
e nel sentire nel portar la croce
del mio Cristo più e più volte
il suo infinito amore e comprensione.
Io non so ancora quante stelle
cadranno in questo firmamento di battaglie
prima che l'ultimo battito cessi nell'eterno
ma tra una lacrima e l'altra, nelle pause
dove ricamo origami di luce,
stai certo che canterò a squarciagola
la danza mirabile della vita. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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