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Simon guardava il mare,
ne sentiva l'odore,
onda su onda cantava il sapore!
I granchi divoravano carcasse,
a colpi di chele staccavano brandelli di carne!
Un colpo continuo!
Simon lo sapeva,
siamo uomini morti,
cancellati all'ombra della metropoli,
carcasse vuote,
membra divise!
Il contadino sapeva,
la serva lo guardava!
Hanno cancellato tutto,
umiliato cielo,
mare,
terra!
Il contadino vedeva l'alba scendere,
ne sentiva i sapori,
ne cercava i colori!
Tra i marciapiedi le onde dell'indifferenza,
ma a chi la riverenza?
Avevamo un Dio,
l'abbiamo giocato ai dadi,
ci siamo venduti per trenta denari!
Simon lo sapeva!
A ch'è servito tutto questo?!
Tra le fogne di questa vita,
i colori del fumo dell'ipocrisia,
dov'è la fantasia?
Ci restano poche cose!
Noi siamo i cloni di ciò che eravamo,
è per questo che viviamo.
Tutto dentro la musica,
tra le onde del male,
tra l'idiota e l'insicuro destino!
Simon guardava il mare!
Ne percepiva il denso colore
con un senso di dolore,
tredici fiori del male!
La colombina volava tra le nuvole,
cercava il suo ramo,
il pesce all'amo
e l'alito di birra pesante.
L'idiota reggeva il bicchiere
rigurgitava sangue,
vena aperta e sentimenti persi!
Simon questo sapeva!
Il contadino sapeva!
L'idiota?
Anche lui sapeva!
La serva puliva la terra,
sperma di topo!
Il topo guardava,
reggendosi la piccola verga.
La terra aspettava il turno,
dipingendo l'aria di polvere!
La serva puliva,
a colpi di cosce reggeva il bastone!
La serva?
Anche lei sapeva!
Simon questo sapeva!
Il contadino sapeva!
L'idiota?
Anche lui sapeva!
Il topo guardava soddisfatto,
pensava alla tana,
a quella che aveva profanato,
alla terra che aveva macchiato!
Lui,
non sapeva!
Simon guardava il mare,
ne percepiva il denso dolore,
tredici fiori del male!
Bastardi mutanti e deformi!
L'aria tersa ci ha salvato!
Non ci hanno trovato ad Oriente né Occidente!
Ci siamo salvati,
perché non abbiamo viltà!
Ci siamo lavati,
ancora la colombina guarda,
ha solchi di giada e viso di pietra!
Ci tiene fisso dall'alto,
ondeggia a bacino caldo,
a bassa quota stringe la speranza.
Conficca piccoli rami di rose secche!
Ci siamo salvati,
perché non abbiamo lodato.
Ci siamo lavati,
ma ancora la colombina ci guarda
ha solchi di pietra e viso di giada!
Simon sapeva!
Guardava il colore del sangue!
Ne sentiva il sapore.
Simon questo sapeva,
da uno a tredici
contava i fiori!
Uno, tredici fiori del male! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Correva il 1993 ed il caldo somalo incendiava le tempie.
(Simon è un nome inventato)» |
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