Granello di sale che lentamente cadi,
sei così piccolo ed insignificante,
che il tuo condotto a stento radi
e il soffio del vento in ogni istante
potrebbe condurti talmente lontano,
da renderti stupidamente vano!

Eppure esisti anche quando non ti si vede
e continui a cadere senza alcuna sosta;
e se qualcuno si convince e non ti crede,
a ciascuno prima o poi darai la risposta,
che sei il peggior dei predatori
e il primo degli ultimi rivelatori.

Tu sei nelle mie piccole e nude mani,
sei nel volto che la mia immagine riflette,
intriso di tutti i tuoi sottili grani,
quell'orologio che di ticchettar non smette,
che ti conduce al dotto di ogni sbocco
e ti stona col suono del suo rintocco!

Tu sei padrone dell'universo intero
e sei padre di ciò che ti appartiene,
il tuo pensiero tetro è così austero
e scorre lentamente in tutte le vene
di tutte le creature che son vissute,
che al tuo cospetto son rimaste mute!

Temo il tuo sguardo indifferente,
e vivo nel terrore di incontrarti,
tu, voce e spirto del mio niente;
oh, quanto potrei desiderarti,
prima che il solenne rintocco,
mi imprigioni nel suo blocco.

Sul rosa delle carni della mia bocca,
negli occhi turgidi, come asciutti,
nella mano ed in tutto ciò che si tocca,
sui cuori e nei pensieri di tutti,
sarai sempre la parola che fa più paura,
l'eterna malattia che non avrà mai cura!